Habitat


Tipologie di habitat individuati in Basilicata: 61

Tipologie di habitat prioritari presenti:  12


Ambiente: Rilievi costieri tirrenici e litorale metapontino

1410: Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)

Percentuale di copertura: 1%

Descrizione: Comunità mediterranee di piante alofile e subalofile ascrivibili all’ordine Juncetalia maritimi, che riuniscono formazioni costiere e subcostiere con aspetto di prateria generalmente dominata da giunchi o altre specie igrofile subalofile come scirpi (Scirpoides holoschoenus, Bolboschoenus maritimus), canneti a Phragmites australis, ecc. Negli aspetti lucani spesso l’habitat è rappresentato prevalentemente da formazioni di praterie alofile a Juncus subulatus riferibili al codice CORINE 15.58.

Specie guida: Juncus maritimus, Juncus acutus, Juncus subulatus, Aster tripolium, Inula crithmoides, Plantago crassifolia

Distribuzione: L’habitat è distribuito lungo le coste basse del Mediterraneo e in Italia è in tutte le regioni che si affacciano sul mare. In Basilicata è presente lungo il litorale ionico, in tutti i SIC costieri.

Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni è presente in modo discontinuo associato agli habitat 1410 e  1310 oppure alternato a lembi di macchia mediterranea.

Esigenze ecologiche: Tali comunità si sviluppano in zone umide retrodunali, su substrati con percentuali di sabbia medio-alte, inondate da acque salmastre per periodi medio-lunghi.

Conservazione e protezione: La conservazione dell’habitat è strettamente correlata al mantenimento dei parametri di salinità e saturazione d’acqua del suolo. Ogni variazione provoca trend dinamici che possono portare alla sostituzione da parte di comunità più alofile annuali e perenni (1310, 1420) oppure da vegetazione arbustiva xerofila in caso di progressivo prosciugamento del suolo. Per valutare lo stato di conservazione dell’habitat bisogna tener conto della riduzione avvenuta a seguito dei massicci interventi di bonifica e drenaggio del terreno da una parte, e alla ridotta portata del fiume con diminuzione della durata e dell’estensione delle inondazioni dall’altra. E’ probabile che la progressiva riduzione di portata d’acqua del fiume e il conseguente apporto più ridotto di acqua dolce in fase di inondazione, possa aver nel tempo favorito una espansione delle comunità più alofile. Sicuramente verso l’interno le ampie superfici agricole erano in origine occupate in gran parte da questo habitat. Tuttavia non si dispone di dati diacronici dettagliati per poter fare questo tipo di valutazioni.

 Criticità e minacce:

100 Coltivazione

140 Pascolo

170 Allevamento animali

811 gestione della vegetazione acquatica e riparia per scopi di drenaggio

830 Canalizzazione

890 Altre modifiche delle condizioni idrauliche indotte dall'uomo

 

Azioni utili per la conservazione:

Favorire l’aumento della portata d’acqua e le fasi di inondazione attraverso la riduzione progressiva delle canalizzazioni;

Riduzione degli apporti di inquinanti attraverso la verifica ed eventuale potenziamento dei depuratori a monte;

Protezione della vegetazione di cinta;

Valorizzazione dell’habitat attraverso tabellonistica informativa, per impedire attività finalizzate alla trasformazione dell’habitat stesso (impianti forestali)

Evitare lavorazioni del terreno che favoriscono il drenaggio idrico (es. baulature).

 



1420: Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi)

Percentuale di copertura: 1%

Descrizione: Vegetazione ad alofite perenni costituita principalmente da camefite e nanofanerofite succulente dei generi Sarcocornia e Arthrocnemum, a distribuzione essenzialmente mediterraneo-atlantica e inclusa nella classe Sarcocornietea fruticosi. Formano comunità paucispecifiche.

Specie guida: Sarcocornia fruticosa, Sarcocornia perennis, Suaeda fruticosa, Inula crithmoides, Halimione portulacoides

 

Distribuzione: Presente sia nella Regione Biogeografica Continentale, che in quella Mediterranea. In Italia è presente in tutte tutte le regioni costiere, tranne Liguria, Marche e Campania. In Basilicata è presente lungo il litorale ionico, in tutti i SIC costieri.

Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni è presente a ds della foce associato agli habitat 1410 e 1310.

Esigenze ecologiche: Queste comunità si instaurano su suoli inondati, di tipo argilloso, da ipersalini a mesosalini, soggetti anche a lunghi periodi di disseccamento. Durante il disseccamento aumenta la concentrazione di sali nel suolo che diventa ipersalino.

Conservazione e protezione: La conservazione dell’habitat è strettamente correlata al mantenimento dei parametri di salinità e saturazione d’acqua del suolo. Ogni variazione provoca trend dinamici che possono portare alla sostituzione da parte di comunità alofile annuali (1310) o giuncheti a minore alofilia (1410). Lo stato attuale di conservazione del complesso mosaico di habitat alofili nel SIC è medio. E’ probabile che la progressiva riduzione di portata d’acqua del fiume e il conseguente apporto più ridotto di acqua dolce in fase di inondazione, possa aver nel tempo favorito una espansione delle comunità alofile a scapito delle formazioni igrofile forestali (bosco planiziale). Verso l’interno però ampie superfici occupate da questo habitat sono state bonificate e coltivate. Tuttavia non si dispone di dati diacronici dettagliati per poter fare questo tipo di valutazioni.

 

Criticità e minacce:

140 Pascolo

170 Allevamento animali

830 Canalizzazione

890 Altre modifiche delle condizioni idrauliche indotte dall'uomo

 

Azioni utili per la conservazione:

Favorire l’aumento della portata d’acqua e le fasi di inondazione attraverso la riduzione progressiva delle canalizzazioni;

Riduzione degli apporti di inquinanti attraverso la verifica ed eventuale potenziamento dei depuratori a monte;

Protezione della vegetazione di cinta;

Valorizzazione dell’habitat attraverso tabellonistica informativa, per impedire attività finalizzate alla trasformazione dell’habitat stesso (impianti forestali)

Evitare lavorazioni del terreno che favoriscono il drenaggio idrico (es. baulature).

 

 

 

 

 

 



6420: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion

Percentuale di copertura: 2%

Descrizione: Giuncheti mediterranei e altre formazioni erbacee igrofile, di taglia elevata, del Molinio-Holoschoenion, prevalentemente ubicate presso le coste in sistemi dunali. L’habitat ha un carattere meno alofilo del 1410 con il quale condivide però molte specie caratterizzanti. In genere si sviluppa a maggiore distanza dal cordone dunale in condizioni di suolo meno alofile e con più abbondanza di specie erbacee dei Molinio-Arrhenetheretea.

Specie guida: Scirpoides holoschoenus, Juncus maritimus, J. acutus, Inula viscosa, Oenanthe pimpinelloides, Prunella vulgaris, Pulicaria dysenterica, Dorycnium rectum, Imperata cylindrica.

Distribuzione: L’habitat è presente nelle regioni biogeografiche Mediterranea, Continentale e Alpina. In Basilicata lungo la maggior parte dei corsi d’acqua sia interni che in prossimità della foce.  in tutti i SIC costieri.

Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni l’habitat si rinviene nelle depressioni umide a mosaico con la vegetazione a sclerofille e con i giuncheti più alofili.

Esigenze ecologiche: Predilige suoli sabbioso-argillosi, ma talvolta è presenti anche in ambienti umidi interni capaci di tollerare fasi temporanee di aridità. Può trovarsi in contatto con l’habitat 1410, ma su suoli meno salati.

Conservazione e protezione: Come per l’habitat 1410, la conservazione dell’habitat è strettamente correlata al mantenimento dei parametri di saturazione d’acqua del suolo. Ogni variazione provoca trend dinamici che possono portare alla sostituzione da parte di comunità più alofile perenni (1410, 1420) oppure da vegetazione arbustiva xerofila in caso di progressivo prosciugamento del suolo. Per valutare lo stato di conservazione dell’habitat bisogna tener conto della riduzione avvenuta a seguito dei massicci interventi di bonifica e drenaggio del terreno da una parte, e alla ridotta portata del fiume con diminuzione della durata e dell’estensione delle inondazioni dall’altra. E’ probabile che la progressiva riduzione di portata d’acqua del fiume e il conseguente apporto più ridotto di acqua dolce in fase di inondazione, possa aver nel tempo favorito una espansione delle comunità più alofile. Sicuramente verso l’interno le ampie superfici agricole erano in origine occupate in gran parte da questo habitat. Tuttavia non si dispone di dati diacronici dettagliati per poter fare questo tipo di valutazioni.

Criticità e minacce:

100 Coltivazione

140 Pascolo

170 Allevamento animali

811 gestione della vegetazione acquatica e riparia per scopi di drenaggio

830 Canalizzazione

890 Altre modifiche delle condizioni idrauliche indotte dall'uomo

 

Azioni utili per la conservazione:

 

Favorire l’aumento della portata d’acqua e le fasi di inondazione attraverso la riduzione progressiva delle canalizzazioni;

Riduzione degli apporti di inquinanti attraverso la verifica ed eventuale potenziamento dei depuratori a monte;

Protezione della vegetazione di cinta;

Valorizzazione dell’habitat attraverso tabellonistica informativa, per impedire attività finalizzate alla trasformazione dell’habitat stesso (impianti forestali)



1210: Vegetazione annua delle linee di deposito marine

Percentuale di copertura: 1%

Descrizione: Formazioni erbacee, annuali (vegetazione terofitica-alonitrofila) che colonizzano le spiagge sabbiose e con ciottoli sottili, in prossimità della battigia dove il materiale organico portato dalle onde si accumula e si decompone creando un substrato ricco di sali marini e di sostanza organica in decomposizione. In Basilicata le comunità referibili a questo habitat sono inquadrate nel Salsolo-Cakiletum aegyptiacae Costa et Manz. 1981 e  Salsoletum sodae Pign. 1953.

Specie guida: Cakile maritima subsp. maritima, Matthiola sinuata,  Elymus farctus, Sporobolus arenarius

Distribuzione: L’habitat è diffuso lungo tutti i litorali sedimentari italiani e del Mediterraneo dove si sviluppa in contatto con la zona afitoica, in quanto periodicamente raggiunta dalle onde, e, verso l’entroterra, con le formazioni psammofile perenni. In Italia presente lungo tutta la fascia costiera della penisola. Nella regione è presente lungo tutto il litorale jonico ed in modo più discontinuo in quello tirrenico.

Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni occupa la fascia costiera più prossima alla battigia.

Esigenze ecologiche: Comunità pioniere occupanti accumuli di materiale ricco di sostanze azotate delle spiagge ciottolose in prossimità della linea di deposito marino. Questo habitat forma una prima fascia a vegetazione discontinua occupando il tratto di spiaggia interessato dalle mareggiate invernali.

Conservazione e protezione: L'erosione marina tende a ridurre e a frammentare l'habitat che si mescola in modo caotico con elementi degli habitat psammofili più interni.

Criticità e minacce: Erosione marina, eccessivo calpestio e pratiche di pulizia delle spiagge.

 

Azioni utili per la conservazione:

Impedire pratiche di pulizia delle spiagge con mezzi meccanici e che comunque prevedano l'estirpazione delle piante.