Specie



Gruppo: Mammiferi

Felis silvestris (Gatto selvatico)

Nome scientifico: Felis silvestris (Schreber, 1777) – Mammalia, Carnivora, Felidae. In Italia peninsulare vive la sottospecie nominale F. s. silvestris Schreber, 1777, in Sardegna la sottospecie Felis silvestris lybica.

Nome volgare: gatto selvatico

Biologia: Solitario e territoriale, il gatto selvatico non forma coppie stabili: si accoppia in primavera, la gestazione dura 63-68 giorni e la femmina dà alla luce, tra la primavera e l’autunno, tra i 2 e i 4 piccoli (le gravidanze singole sono rarissime); la madre resta con i piccoli solo fino al raggiungimento dell'autosufficienza, generalmente all'età di 3-4 mesi. ll ritmo circadiano di attività del gatto selvatico è in gran prevalenza (anche se non esclusivamente) notturno. Gli home ranges, difesi attivamente da intrusi conspecifici, variano considerevolmente a seconda delle risorse dell’habitat, come è tipico dei Carnivori. In Appennino centrale arrivano, secondo studi recenti, fino a 6-700 ha per individuo; non sempre i maschi detengono home ranges più ampi delle femmine e talvolta co-utilizzano invece con altri maschi parte del proprio home-range. Le femmine, in particolare nel periodo post riproduttivo, sembrano non tollerare presenza di maschi nell’home rage. La densità massima riscontrata per la specie è di 0,3-0,5 individui per 100 ettari.

Distribuzione: L'areale della specie è vasto, anche se attualmente frammentato nelle zone più antropizzate: lo si trova dall'Europa occidentale alla Mongolia, a sud fino all'India settentrionale ed in gran parte del continente africano (fatta eccezione per gran parte del Sahara e della fascia equatoriale). In Italia la sottospecie nominale è presente in tutta l'area interna dell'Italia centro-meridionale e arriva spesso a lambire le coste (Maremma tosco-laziale, Gargano); recentissime sono le segnalazioni nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (Appennino tosco-romagnolo). La specie è presente anche in Sicilia. Sull’arco alpino esistono segnalazioni al confine fra Liguria, Piemonte e Francia ed in Friuli-Venezia Giulia. Distribuzione nel SIC qui

Habitat: Il gatto selvatico europeo è un abitante della foresta di latifoglie (in una fascia compresa tra 100/200 e 800 m) ma anche della macchia mediterranea fino a quote poco oltre il livello del mare. Tende viceversa ad evitare le zone montane con copertura nevosa perdurante per gran parte dell’anno. Utilizza spesso anche aree prettamente rocciose, che offrano riparo nelle cavità naturali, e la macchia mediterranea estesa e continua delle zone retrostanti le coste.

Alimentazione: caccia e si nutre in gran prevalenza di  micro e meso-Mammiferi (Roditori in particolare, ma non raramente anche Lagomorfi), Uccelli, Rettili, talvolta  piccoli Pesci che riesce a catturare in condizioni particolari (pozze isolate e di limitata profondità),                                                                                                                                                                 ma quando il cibo scarseggia integra la dieta con Insetti. Studi sulla dieta condotti in varie parti d’Europa (p. es. Spagna, Scozia) mettono in evidenza un buona capacità di adattamento alle situazioni di abbondanza locale delle diverse potenziali specie-preda.

Consistenza delle popolazioni: accertare valori di densità su scala vasta o addirittura tentare stime popolazionali, allo stato attuale delle conoscenze metodologiche, appare del tutto velleitario: sono state tentate stime con il monitoraggio genetico, con l’Indice Kilometrico di Abbondanza (IKA), fototrappolaggio (in tempi recenti e tuttora in corso), raccolta “mirata” di peli, ma le percentuali di errore insite nei metodi, la loro scarsa “produttività” e l’elusività della specie appaiono ancora ostacoli troppo alti per consentire valutazioni attendibili. Spesso solo il monitoraggio molto prolungato di un’area di dimensioni limitate permette di arrivare a considerazioni credibili di sola presenza/assenza.

Minacce: tra le minacce maggiori, sono da considerarsi tutte quelle derivanti da:

  1. randagismo di gatti domestici che provoca: (i) ibridazione; (ii) trasmissioni di patogeni; (iii) competizione spaziale; (iv) competizione per le risorse trofiche.
  2. Mortalità causata da impatti su strada con autoveicoli
  3. Avvelenamenti da parte dell’uomo, sia volontari che involontari (es. usando veleni per roditori)
  4. Bracconaggio
  5. Alterazione e frammentazione dell’habitat

Livello di minaccia nel SIC:

Conservazione e Protezione: è una specie “protetta”, inserita nell’allegato IV della dir. 92/43/CEE, nella convenzione di Berna (app. II), nella legge nazionale sulla protezione della fauna omeoterma e sulla caccia L.157/92. Tra le categorie di minaccia stilate dalla IUCN la specie è considerata Least Concern

Autore :Antonio Romano & Giorgio Boscagli



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