Nome volgare: Averla piccola
Nome scientifico: Lanius collurio Linnaeus, 1758 (Ordine: Passeriformes, Famiglia: Laniidae).
Biologia: è la specie più comune, e anche quella di minori dimensioni, tra le averle italiane, genere che annovera altre 3 specie di presenza regolare nel Paese (A. maggiore Lanius excubitor, A. capirossa Lanius senator e A. cenerina Lanius minor). E’ un passeriforme di abitudini “predatrici”, caratterizzato da una mascherina nera e un becco robusto e uncinato, utilizzato per la caccia. Si posa spesso sull’apice di arbusti, da dove sorveglia il terreno circostante alla ricerca di prede. Costruisce il nido in densi cespugli, alla biforcazione dei rami. Migratore a lungo raggio sverna in Africa sub- sahariana, giunge nei quartieri di riproduzione europei nella prima decade di maggio per poi ripartire in agosto-settembre.
Distribuzione: Specie monotipica a distribuzione eurasiatica, diffusa in gran pare del continente europeo. In Italia nidifica dal nord al sud del Paese, ma la sua distribuzione tende a rarefarsi nelle estreme regioni meridionali, risultando molto localizzata in Puglia e Sicilia. In Basilicata è diffusa soprattutto nelle aree montane e alto-collinari, lungo l’Appennino, nel comprensorio delle Dolomiti lucane e in un’ampia area collinare localizzata nel Melfese-Alto Bradano.
Habitat: nidifica in aree aperte e semiaperte, con maggiore diffusione tra 600 e 1200 metri slm. Preferisce aree pascolate o prati da sfalcio, dove siano presenti arbusti sparsi o siepi, elementi indispensabili per la costruzione del nido. Frequenta anche le zone steppiche e pseudo-steppiche proprie del settore Nord-orientale della regione, anche se con densità inferiori.
La presenza della specie si associa spesso a mosaici d’habitat, non facilmente riconducibili alle classificazione di riferimento. Si segnalano, comunque, le seguenti tipologie, come habitat di nidificazione e alimentazione: 5330: Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici ;
6210: Formazioni erbose secche semi-naturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia); 6220: Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea ; 6510: Praterie magre da fieno a bassa altitudine.
Alimentazione: si nutre di invertebrati e piccoli rettili che caccia sul terreno e conserva in “dispense” infilzandoli sugli arbusti spinosi dove nidifica (Prunus sp, Rosa sp, Crategus sp.)
Consistenza delle popolazioni: le popolazioni europee manifestano da alcuni decenni un costante decremento delle popolazioni, più marcato nelle regioni periferiche dell’areale. Questa negativa tendenza popolazionistica interessa anche l’Italia, dove si è assistito a progressive rarefazioni, o anche a estinzioni locali, fenomeni che hanno interessato soprattutto le aree planiziali e collinari. La consistenza delle popolazioni lucane è ignota, ma apparentemente le maggiori densità si rilevano in prossimità delle praterie e pascoli montani, oltre i 1000 metri di quota.
Minacce: Utilizzo dei pesticidi in agricoltura, sovrapascolo o abbandono del pascolo, eliminazione delle fasce arbustive, rimboschimenti. Sono noti problemi di conservazione nelle aree africane di svernamento.
Conservazione e Protezione: SPEC 3; Dir. Uccelli All. I; Berna All. III; La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l’attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992)
Autori: Caterina V. Coppola, Egidio Fulco