Nome scientifico: Lutra lutra (Linnaeus, 1758) – Mammalia, Carnivora, Mustelidae
Nome volgare: Lontra eurasiatica
Biologia: La Lontra è un Mustelide ben adattato alla vita acquatica. La specie è territoriale e il territorio (generalmente misurabile in termini di tratti di fiume o di profili spondali di laghi) di un maschio dominante comprende quello di più femmine e la sovrapposizione dei territori varia in funzione della densità di animali. Per marcare i confini del proprio territorio la Lontra utilizza feci e secreti (detti “gel”) delle ghiandole anali che, di solito, sono deposti in punti rialzati e ben visibili; tale comportamento viene utilizzato come test di presenza/assenza e può essere usato per effettuare stime demografiche. La Lontra può compiere spostamenti medi giornalieri, prevalentemente notturni, di circa 5 km (fino a 10-16 km), entità e strategia di questi spostamenti sono ovviamente correlati alle disponibilità di risorsa trofica e sua localizzazione. Si riproduce in qualsiasi periodo dell’anno anche se le nascite (1-3, max 5 piccoli) sembrano più frequenti in primavera; attorno ai 4 mesi i piccoli sono in grado di cacciare da soli ma raggiungono la completa indipendenza solo dopo un periodo piuttosto lungo e per questo motivo le femmine non possono avere più di una cucciolata all’anno (in Svezia Erlinge suggerisce che esse si riproducano ogni due anni). Il rapporto tra maschio e femmina è limitato al periodo dell’accoppiamento, poi quest’ultima gestisce in modo del tutto autonomo lo sviluppo dei piccoli, fino alla loro emancipazione (9-10 mesi di età).
Distribuzione: la Lontra eurasiatica è uno dei Mammiferi del Paleartico con il più ampio areale di distribuzione, che arriva a coprire tre continenti: Europa, Asia minore (e Siberia) ed Africa settentrionale. In Italia la specie è presente dalla Liguria alla Calabria con probabile eccezione per le Marche, in maniera fortemente discontinua nella parte centro settentrionale dell’areale italiano e più omogenea e continua nella parte meridionale (in particolare Molise, Campania - Cilento - e Basilicata) che rappresenta quasi il 90% dell’areale effettivo di occupazione della specie in Italia. In Basilicata la specie risulta diffusa lungo tutti i maggiori bacini fluviali, e sembra nettamente in espansione. Inserire qui Distribuzione nel SIC.
Habitat: in Italia la specie frequenta prevalentemente fiumi di buona portata e più occasionalmente torrenti, laghi e valli costiere. Il range altitudinale di distribuzione non è ben definibile, la maggior frequenza la si riscontra tra 200 e 600 m slm, con preferenza dei tratti fluviali e torrentizi (nel meridione) con acque poco profonde e piuttosto meandrizzati (alternanza di zone lentiche e lotiche). L’uso dell’habitat, oltre che dalla disponibilità trofica, sembra influenzato anche dalla copertura vegetale delle sponde e certamente dal disturbo antropico.
Alimentazione: la dieta è costituita prevalentemente da fauna ittica (Ciprinidi, Perciformi, Anguilla in misura minore Salmonidi) e da componenti stagionali integrative come gli Anfibi (generi Rana e in misura minore, gen. Bufo) e i Crostacei Decapodi (Austropotamobius pallipes italicus e Potamon f. fluviatile). Marginalmente e occasionalmente si nutre anche di Rettili, micromammiferi e piccoli uccelli.
Consistenza delle popolazioni: l'Italia è la nazione, fra quelle dove la specie è ancora presente, in cui la situazione della Lontra appare più preoccupante. Le popolazioni residue sono verosimilmente composte da un numero limitato di individui e sono isolate da qualsiasi altra popolazione europea, rendendo la Lontra uno dei Mammiferi a maggior rischio di estinzione del nostro Paese. Per l’Italia il numero di Lontre stimato attraverso i metodi più cautelativi è di 229-257 individui. Per la Basilicata, considerando solo le aste fluviali maggiori, è di 114 individui (Prigioni et al., 2006). Inserire qui Eventuale consistenza nota delle popolazioni nel SIC.
Minacce: le principali minacce, coerentemente a quanto definito dalla IUCN, sono: (i) alterazione degli habitat per opera dell’uomo (canalizzazioni, rettifiche, sbancamenti, briglie, deforestazione spondale, etc.); (ii) inquinamento delle acque (principalmente ad pera di composti contenenti sostanze quali HEOD, DDT/DDE, PCB e metalli pesanti); (iii) acidificazione delle acque dei laghi e conseguente riduzione delle risorse trofiche; (iv) uccisione dovuta ad impatti con mezzi stradali (questa, purtroppo, è anche una misura del trend di espansione); (v) caccia illegale e legalizzata. In Italia meridionale sono particolarmente pressanti le minacce elencate ai punti (i), (ii) e (iii). In Basilicata inoltre il fattore (iv), ovvero investimento da parte di automobili, sembra avere un ruolo rilevante: per le popolazioni della costa ionica, ad esempio, sono state stimate 6-7 lontre uccise dalle automobili in circa 4 anni (Gioiosa in Sgrosso & Priore senza data, post 2008).
Livello di minaccia nel SIC:
Conservazione e Protezione: è una specie “protetta” per il suo elevato valore biogeografico e conservazionistico, inserita nell'appendice I del CITES; negli allegati II e IV della dir. 92/43/CEE, nella convenzione di Berna (all. II). nell'appendice I della Convenzione di Bonn. Tra le categorie di minaccia stilate dalla IUCN la specie è considerata Near Threatened.
Autore :Antonio Romano, Giorgio Boscagli & Silvia Sgrosso