Specie



Narcissus poeticus L. (Narciso selvatico, Fior di maggio)

Nome scientifico: fam. AMARILLYDACEAE - Narcissus poeticus L.

Nome volgare: Giunchiglia, Narciso selvatico o comune.

Biologia: Geofita bulbosa. Antesi: Aprile-maggio. Impollinazione entomofila.

Distribuzione: Orof. S-Europ. baricentro Occid. Specie diffusa in Europa meridionale, dalla Penisola Iberica ai Balcani ed eventualmente Caucaso o Anatolia. Nel nord Italia è presente nel Piemonte ed assente nelle Alpi Orientali, nel resto della penisola è diffusa. Assente nelle isole. In Basilicta è diffusa in boschi di media ed alta montagna da 600 a 1.600 m. Indicazioni SIC

Ecologia: specie eliofila e predilige pascoli xerici

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: Codice Corine 34.74. Praterie montane dell'Appennino centrale e meridionale, codice Habitat 6210(*): Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee).

Minacce: in Basilicata è una specie abbastanza comune, si rinviene anche in aree pascolate grazie all’elevata tossicità dei bulbi, ma potrebbe essere a rischio di raccolta a causa delle fioriture vistose.

Livello di minaccia nel SIC: medio-basso

Conservazione e protezione: È specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed inserita nel novero delle specie a protezione limitata (Art.4) per le quali è consentita una raccolta limitata a 5 assi fiorali per persona all’anno.



Milvus migrans (Nibbio bruno)

Nome volgare: Nibbio bruno
Nome scientifico: Milvus migrans (Boddaert, 1783) (Ordine: Falconiformes; Famiglia: Accipitridae)
Biologia: rapace di medie dimensioni, simile al congenere Nibbio reale (Milvus milvus), ma meno slanciato, con coda più corta e meno forcuta, che, quando aperta, appare di forma triangolare; colorazione più uniforme e meno contrastata. Nidifica su grossi alberi dove costruisce un nido di rami ben nascosto tra le fronde. Specie migratrice a lungo raggio, giunge nei quartieri di nidificazione in marzo-aprile dove si trattiene fino ad agosto. Sverna prevalentemente in Africa Sub-sahariana.
Distribuzione: specie politipica con distribuzione paleartica-paleotropicale-australasiana. Nidificante in gran parte del continente europeo (Scandinavia e isole britanniche escluse) con popolazioni più consistenti in Spagna, Francia e Germania. In Italia l’areale riproduttivo include la fascia prealpina del Nord, il versante tirrenico, l’Appennino meridionale e nuclei isolati in altre regioni. In Basilicata nidifica in gran parte del territorio regionale (in particolare tra i 200 e i 700 m di altitudine), risultando assente o molto raro solo nei settori spiccatamente appenninici.
Habitat: predilige aree boscate con foreste miste di latifoglie, lembi di boschi in aree aperte, ambienti planiziali o rupestri circondate da zone aperte utilizzate per la caccia. Frequenta discariche di rifiuti solidi urbani e aree umide. In migrazione lo si osserva in una più ampia varietà di ambienti, anche in zone montuose. M. migrans necessita di ampie estensioni territoriali per nidificare, ecologicamente eterogenee e non riconducibili a singole tipologie d’habitat.
Alimentazione: specie opportunista, si nutre di un’ampia gamma di risorse alimentari, tra cui rettili, piccoli mammiferi, animali morti, rifiuti, invertebrati e altro.
Consistenza delle popolazioni: in Italia, stimate 850-1200 coppie nidificanti con tendenza al decremento o fluttuazioni annuali. In Basilicata stimate 200-300 coppie nidificanti. Nel periodo che precede la migrazione post-riproduttiva (prima decade di agosto) in Basilicata si osserervano assembramenti numerosi (fino ad oltre 700 individui), presumibilmente provenienti anche da altre regioni. Sotto questo profilo la Basilicata si pone come un sito strategico per la conservazione della specie.
Minacce: distruzione e trasformazione habitat riproduttivo, disboscamento, abbandono del pascolo, agricoltura intensiva, bracconaggio, contaminazione da pesticidi e metalli pesanti, diminuzione delle risorse trofiche, disturbo ai nidi.
Conservazione e Protezione: SPEC 3; Dir.Uccelli CEE All I; Berna All II; Bonn All. II; CITES app. I; PArt. Prot. 157/92; Lista Rossa: Vulnerabile. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l’attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992)
Bibliografia:
ALLAVENA S., ANDREOTTI A., ANGELINI J., SCOTTI M. (Eds.), 2008 – Atti del convegno “Status e conservazione del Nibbio reale e del Nibbio bruno in Italia e in Europa meridionale”. Serra S. Quirico (AN) 11-12 Marzo 2006.
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2003 – Ornitologia Italiana. Identificazione, distribuzione, consistenza e movimento degli uccelli italiani. 1 Gaviidae – Falconidae. Oasi Alberto
Perdisa Editore, Bologna. CRAMP S., SIMMONS K.E.L., (eds.), 1980 – Handbook of the birds of Europe, the Middle East
and North Africa, The Birds of the Western Palearctic. Vol. 2, Oxford University Press,
Oxford. FULCO E., COPPOLA C., PALUMBO G., VISCEGLIA M., 2008 – Check-list degli Uccelli della
Basilicata, aggiornata al 31 maggio 2008. Rivista Italiana di Ornitologia, 78: 13-27.
HAGEMEJIER J.M. & BLAIR M.J., (Eds.) 1997 – The EBCC Atlas of European Breeding Birds: their distribution and abundance. T. & A.D. Poyser, London.

Autori: Caterina V. Coppola, Egidio Fulco



Milvus milvus (Nibbio reale)

Nome volgare: Nibbio reale
Nome scientifico: Milvus milvus (Linnaeus, 1758) (Ordine: Falconiformes; Famiglia: Accipitridae)
Biologia: rapace di medie dimensioni, simile al congenere Nibbio bruno (Milvus migrans), ma con profilo più slanciato, coda lunga e profondamente forcuta, colorazione più vivace e contrastata. Specie da parzialmente sedentaria (Spagna, Francia, Italia) a migratrice (popolazioni della parte nord-orientale del continente europeo).
Distribuzione: specie politipica a distribuzione europea, distribuita nell’Europa continentale e mediterranea, con popolazioni numericamente più consistenti in Germania e Spagna. In Italia è sedentaria e nidificante in Lazio (Tolfa), in un’area estesa dalle Marche alla Calabria, in Sicilia e Sardegna. E’ scomparsa dalle parti settentrionali dell’areale toscano negli anni ‘60-‘70 dello scorso secolo. In tempi storici ritenuta nidificante comune nella penisola, ma già considerata in decremento.
In Basilicata è diffusa e frequente in tutto il territorio (soprattutto in aree collinari, occasionalmente osservabile anche ad altitudini superiori ai 1.200 m), a esclusione delle due fasce costiere e di un’area nord-orientale al confine con le Province di Bari e Foggia.
Habitat: specie legata a una eterogenea varietà di ambienti aperti e semi-boscati, coltivati, a pascolo o incolti. In Basilicata si associa soprattutto alle aree collinari e alle ampie valli fluviali, dove frequenta pascoli cespugliati, aree agricole eterogenee e piccoli lembi di bosco. Come il Nibbio bruno, si rinviene spesso presso discariche di rifiuti solidi urbani e in prossimità di aree umide. In svernamento forma dormitori di diverse decine di individui.
M. milvus necessita di ampie estensioni territoriali per nidificare, ecologicamente eterogenee e non riconducibili a singole tipologie d’habitat.
Alimentazione: opportunista, ha uno spettro alimentare molto vasto, nutrendosi di piccoli mammiferi, uccelli, rettili, carcasse rinvenute lungo le strade a scorrimento veloce, rifiuti, ecc...
Consistenza delle popolazioni: la popolazione europea è stimata a 19.000/24.000 coppie nidificanti, di cui il 50% in Germania. In Italia è stimata la presenza di 300/400 coppie, con tendenza al decremento o fluttuazioni annuali, di cui la metà circa (200/250) in Basilicata. La popolazione di Nibbi reali lucana si accresce, inoltre, in periodo invernale, per l’arrivo di contingenti nordici svernanti nella regione. L’importanza quantitativa delle popolazioni nidificante e svernante conferiscono alla Lucania un ruolo strategico per la conservazione della specie in Italia
Minacce: distruzione e trasformazione degli habitat di riproduzione e di alimentazione, ma soprattutto la modificazione dei sistemi di conduzione agricola e allevamento del bestiame. Il pascolo brado, sempre meno diffuso, rappresenta, infatti, un’importante risorsa alimentare per questa specie (carcasse, placente,) oltre a consentire il mantenimento di quelle condizioni di eterogeneità ambientale tanto ricercate dal rapace. Tra le altre cause, si citano poi il bracconaggio, la contaminazione da pesticidi e metalli pesanti, il disturbo ai nidi.
Conservazione e Protezione: SPEC 4; Dir.Uccelli CEE All I; Berna All II; Bonn All. II; CITES app. I; PArt. Prot. 157/92; Lista Rossa: in pericolo. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l’attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992)
Bibliografia:
ALLAVENA S., ANDREOTTI A., ANGELINI J., SCOTTI M. (Eds.), 2008 – Status e conservazione del Nibbio reale (Milvus milvus) e del Nibbio bruno (Milvus migrans) in Italia e in Europa meridionale. Atti del convegno, Serra S. Quirico (AN), 11-12 Marzo 2006.
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2003 – Ornitologia Italiana. Identificazione, distribuzione, consistenza e movimento degli uccelli italiani. 1 Gaviidae – Falconidae. Oasi Alberto Perdisa Editore, Bologna.
CRAMP S., SIMMONS K.E.L. (eds.), 1980 – Handbook of the birds of Europe, the Middle East and North Africa, The Birds of the Western Palearctic. Vol. 2, Oxford University Press, Oxford.
FULCO E., COPPOLA C., PALUMBO G., VISCEGLIA M., 2008 – Check-list degli Uccelli della Basilicata, aggiornata al 31 maggio 2008. Rivista Italiana di Ornitologia, 78: 13-27.
HAGEMEJIER J.M. & BLAIR M.J., (Eds.) 1997 – The EBCC Atlas of European Breeding Birds: their distribution and abundance. T. & A.D. Poyser, London.

Autori: Egidio Fulco, Caterina V. Coppola