Nome volgare: Picchio nero
Nome scientifico: Dryocopus martius (Linnaeus, 1758) (Ordine: Piciformes Famiglia: Picidae).
Biologia: Il picchio nero è il più grande dei picchi europei, facilmente riconoscibile per la livrea uniformemente nera, ad eccezione della calotta rossa, estesa, nel maschio, dalla nuca alla fronte. Specie tendenzialmente sedentaria e dalla spiccata territorialità (che manifesta anche con il “tamburellamento” dei tronchi), nidifica in cavità scavate nei tronchi di varie specie arboree (in particolare Pioppo spp., Peccio, Abete bianco e Faggio), che, in assenza di disturbo, sono rioccupati negli anni.
Distribuzione: specie politipica a distribuzione eurosibirica. L’areale europeo include la Scandinavia, tutta la parte continentale e, limitatamente ad alcuni settori, le penisole iberica e italica. La popolazione europea, in recente espansione numerica e d’areale, è stimata tra 700.000 e 1.400.000 coppie, di cui 500.000/1.000.000 in Russia. In Italia è diffusa su tutto l’arco alpino e localmente in aree collinari e planiziali; popolazioni isolate (relitti post-glaciali) sono presenti lungo l’Appennino, in particolare in quello meridionale (tra gli altri, massicci del Pollino, Sila e Aspromonte). La nidificazione della specie è accertata sul versante lucano del massiccio del Pollino (Bosco Magnano, Piano Jannace, Fosso Jannace, Piani di Vacquarro), confermata di recente sul M.te Alpi, ma non più constata, dopo il 1983, nelle faggete del M.te Sirino.
Habitat: specie legata ad ambienti forestali d’alto fusto di latifoglie, conifere o misti, anche relativamente discontinui, in una fascia altitudinale che, in Italia, si estende tipicamente tra il piano montano e il subalpino inferiore (da 1000-1200 a 1800-2000 m slm), localmente a quote inferiori o, in erratismi post-riproduttivi, superiori. In Basilicata, nidificazione accertata esclusivamente in faggete mature, con presenza di grandi alberi morti o deperienti.
A livello locale frequenta per la nidificazione esclusivamente i seguenti Habitat: 9210: Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex; 9220: Faggeti degli Appennini con Abies alba e Abies nebrodensis;
Alimentazione: principalmente larve, pupe e adulti di formiche ed altri insetti xilofagi.
Consistenza delle popolazioni: in Italia, stimata in 1300-3700 coppie nidificanti, in recente tendenza all’incremento numerico e spaziale (Nord Italia, in particolare), di cui 100-150 coppie nell’area appenninica. Non esistono stime circa la consistenza della popolazione lucana, verosimilmente limitata a poche coppie.
Minacce: distruzione, trasformazione e frammentazione dell’habitat di riproduzione e di alimentazione; pratiche “produttive” di gestione forestale (taglio di alberi maturi, morti o marcescenti), disturbi antropici.
Conservazione e Protezione: Dir.Uccelli CEE All I; Berna All III; Bonn All. III; La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l’attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992)
Bibliografia:
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2007 – Ornitologia Italiana. Identificazione, distribuzione, consistenza e movimento degli uccelli italiani. 4 Apodidae - Prunellidae. Oasi Alberto Perdisa Editore, Bologna.
CRAMP S. (ed.), 1985 – Handbook of the birds of Europe, the Middle East and North Africa, The Birds of the Western Palearctic. Vol. 4, Oxford University Press, Oxford.
FULCO E., COPPOLA C., PALUMBO G., VISCEGLIA M., 2008 – Check-list degli Uccelli della Basilicata, aggiornata al 31 maggio 2008. Rivista Italiana di Ornitologia, 78: 13-27.
HAGEMEJIER J.M. & BLAIR M.J., (Eds.) 1997 – The EBCC Atlas of European Breeding Birds: their distribution and abundance. T. & A.D. Poyser, London.
Autori: Egidio Fulco, Caterina V. Coppola