Specie



Eurotestudo hermanni (Testuggine di Hermann)

Nome scientifico: Eurotestudo hermanni (Gmelin, 1789); Reptilia, Chelonii, Testudinidae. Il genere Eurotestudo ha recentemente sostituito, per le specie paleartiche incluse nel gruppo hermanni, il precedente genere Testudo. In direttiva 92/43/CEE la specie è inserita come Testudo hermanni.

Nome volgare: Testuggine di Hermann, testuggine comune

Biologia: il periodo di attività giornaliero è variabile a seconda della stagione e quello stagionale varia da anno in anno. Generalmente, in centro e sud Italia, i mesi di di maggiore attività (basking) sono maggio-giugno e settembre, quelli di foraggiamento hanno dei picchi in giugno e ottobre. La specie è comunque attiva, in vario grado, da gennaio a novembre ma in climi caldi l’attività si protrae per tutto l’anno. Si riproduce da aprile-maggio a fine estate.

Distribuzione: Eurotestudo hermanni è una entità nord mediterranea (Catalogna, Franca meridionale, Italia) diffusa prevalentemente lungo i territori costieri fino alla Turchia europea. In Italia la specie ha distribuzione frammentata, con maggiore diffusione sul versante tirrenico. In Basilicata i dati per la specie sono particolarmente scarsi, risultando estremamente rara, sebbene tale dato sia imputabile verosimilmente a difetto di ricerca.   Distribuzione nel SIC qui

Habitat: ambienti forestali termofili (pinete, leccete, querceti), soprattutto costieri, e macchia mediterranea con substrati da rocciosi a sabbiosi. Raramente frequenta boschi mesofili o dune costiera cespugliate. Gli oliveti, agrumeti e orti, soprattutto se abbandonati, sono gli ambienti antropici maggiormente frequentati dalla specie. è diffusa dal livello del mare fino a quasi 900 m slm sebbene la maggior parte delle segnalazioni i provenga dalla fascia planiziale e medio collinare.

Alimentazione: prettamente vegetariana, costituita da un’ampia varietà di erbacee e frutta

Consistenza delle popolazioni: Non esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni in Italia se non su scala locale. Non esistono dati demografici noti per il SIC.

Minacce: Alterazione, inquinamento frammentazione e distruzione dell’habitat. Il prelievo in natura da piccole popolazioni potrebbe influire su cali demografici.

Livello di minaccia nel SIC: da compilare

Conservazione e Protezione: è una specie “protetta” sia dalle direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE) che da altre convenzioni internazionali (Berna, Allegato 2) nonché inserita nell’allegato A della CITES. Nella categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è considerata quasi in pericolo (inserita nel livello Near Threatened).

 

 



Trachemys scripta (Testuggine palustre americana )

Nome scientifico: Trachemys scripta (Schoepff, 1792); sinonimo: Pseudemys scripta Jordan, 1899 - Reptilia, Chelonii, Emydidae. Sebbene siano state descritte almeno una quindicina di sottospecie, recenti revisioni tassonomiche ricnososcono solo tre entità sottospecifiche (T. s. scripta, T. s. elegans e T. s. troostii). La specie è alloctona per l’italia.

Nome volgare: Testuggine palustre americana (ssp. nominale), testuggine dalle orecchie rosse (ssp. elegans), testuggine dalle orecchie gialle (ssp. troosti).

Biologia: la specie raggiunge dimensioni massime, a seconda delle sottospecie, tra i 21 e i 28 cm. Gli individui presentano delle caratteristiche macchie e striature colorate che variano a seconda della sottospecie, dal giallo intenso al rosso vivo, sulla testa e sul collo.

Nell’areale d’origine essa si accoppia a metà maggio-fine giugno e in autunno deponendo, 1-3 volte l’anno, una media di 13 uova per covata. In Italia la deposizione sembra unica, tra maggio e luglio.

Distribuzione: È originaria dell'America settentrionale, del Centro America e delle regioni nord-occidentali dell'America meridionale. In Italia, per via di successive e incontrollate introduzioni, è è segnalata in tutte le regioni ad eccezione di Campania e Valle d’Aosta. La specie è diffusa da 0 a 1500 m slm e in Italia popolazioni acclimatate sono state segnalate fino a i 650 m circa. Distribuzione nel SIC qui

Habitat: Nei paesi d’origine essa frequenta anse dei corsi d’acqua, paludi e stagni, prevalentemente con ricca vegetazione sommersa e fondo fangoso. In Italia la specie si è dimostrata in grado di colonizzare una enorme varietà di raccolte d’acqua, sia naturali che artificiali e la presenza di nuclei stabili appare maggiormente correlata al clima favorevole piuttosto che a una determinata tipologia di habitat aquatico.

Alimentazione: Le Trachemys sono onnivore, con dieta opportunistica e variabile a seconda dell’età: Gli adulti si nutrono prevalentemente di piante acquatiche e, in misura minima, di invertebrati, anfibi e piccoli pesci mentre i giovani sono prevalentemente carnivori.

Consistenza delle popolazioni: Mancano al momento studi approfonditi sulla reale diffusione e sulla consistenza numerica delle popolazioni in Italia, in particolare modo di quelle naturalizzate. Non esistono dati demografici noti per il SIC.

Minacce e danni per gli ecosistemi: In Italia la specie convive spesso la testuggine palustre autoctona Emys orbicularis. Si ritiene abitualmente che tale convivenza possa essere dannosa per la specie autoctona principalmente a causa di competizione spaziale e trofica, dove la testuggine americana risulterebbe vincente in entrambi i casi. Inoltre la specie può influire negativamente sulle popolazioni di anfibi risedenti a causa dell’elevata predazione. In altre aree di introduzione, l’impatto negativo di T. scripta sulle specie autoctone è stato ampiamente dimostrato. Recenti studi attraverso l’applicazione di modelli probabilistici che descrivono diversi scenari di idoneità ambientale in relazione a previsioni climatiche a medio termine, prevedono entro il 2020, un notevole incremento degli habitat idonei alla riproduzione di questa specie. Infine sono da considerare i pericoli per la salute umana essendo la specie portatrice di varie zoonosi quali Salmonellosi e enteriti anche gravi.

Livello di minaccia per il SIC e aree limitrofe:

Controllo della specie: la specie è commerciata come animale da compagnia e soggetta al fenomeno dell’abbandono in tutti i continenti. Trachemys scripta è stata inclusa nel 2009 tra le 100 specie più invasive in Europa, su un totale di oltre 11.000 specie alloctone (animali e vegetali) censite nell’ambito del progetto DAISIE (Delivering Alien Invasive Species In Europe).



Tilia platyphyllos Scop. (Tiglio nostrano)

MALVACEAETilia platyphyllos Scop.

Nome volgare: tiglio nostrano.

Biologia: fanerofita arborea caducifoglia, molto longeva, fiorisce tra maggio e giugno con piena maturazione dei frutti tra settembre ed ottobre.

Distribuzione: europeo-caucasica, dalla Francia fino al Caucaso e dalla penisola italiana fino alla Scandinavia meridionale. In Italia è presente, anche se con ridotta frequenza, in tutte le regioni, tranne la Sardegna dove è avventizia. Secondo la Check-list di Conti et al., 2005, è assente anche in Molise e Trentino-Alto-Adige. In Basilicata è stata segnalata in poche località nemorali. La rarefazione di questo tiglio e delle specie congeneri è certamente imputabile all’intervento antropico che ha favorito specie più rustiche. Aggiungere notazioni per il SIC

Ecologia: mesofilo nei riguardi della luce e della temperatura, predilige suoli profondi, freschi, dotati in sostanza organica, ben drenati; predilige i terreni a reazione neutra. Ha discreta capacità di ricaccio ed è specie poco socievole, crescendo allo stato isolato o con piccoli gruppi all’interno di formazioni mesofile di latifoglie decidue e/o di conifere del piano montano sino a 1600 metri di altitudine. È sovente confinato nelle stazioni di forra.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9180* - Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion (habitat prioritario); 9220* - Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis (habitat prioritario).

Minacce: ceduazioni, prelievi imputabili all’elevato pregio del legname, degradazione delle condizioni ecologiche degli habitat di pertinenza a seguito di diradamenti boschivi con evoluzione in senso xerico della vegetazione.

Livello di minaccia nel SIC: molto alto (a breve-medio termine) a causa della rarefazione della specie.

Conservazione e protezione: è specie protetta della flora lucana ai sensi del DPGR 55/2005 ed inserita nel novero delle specie a protezione limitata speciale. È contemplata nella Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia, nella limitrofa Calabria, nella categoria delle specie minacciate vulnerabili (VU).