Specie



Neophron percnopterus (Capovaccaio )

Nome volgare: Capovaccaio
Nome scientifico: Neophron percnopterus (Linnaeus, 1758) (Ordine: Falconiformes; Famiglia: Accipitridae)
Biologia: piccolo avvoltoio (apertura alare: 150-170 cm), dalla caratteristica colorazione bianco nera e dalla coda cuneiforme. Si riproduce esclusivamente in anfratti o cenge di pareti rocciose. La popolazione europea è migratrice trans-sahariana: sverna in Africa centro-occidentale, giunge nei quartieri di nidificazione europei in marzo-aprile, e ne riparte in agosto-settembre.
Distribuzione: Specie politipica a distribuzione paleartico-paleotropicale, nidificante nell’Europa meridionale e in Nord Africa; in Spagna si concentra la più importante popolazione europea. L’areale italiano è attualmente limitato a tre aree separate del Meridione (area apulo-lucana, calabrese e siciliana); sino a 30 anni orsono interessava anche il versante tirrenico, sino al sud della Toscana. In Basilicata sono noti due territori di nidificazione, localizzati nel settore orientale e centrale della Regione.
Habitat: specie legata ad ambienti aperti o semi-aperti in climi caldi e secchi. Per la nidificazione, necessita di pareti rocciose, sia calcaree che conglomeratiche a matrice argillosa, spesso situate nei pressi di corsi d’acqua. Più diffusa tra i 100 e 700 m. Ogni coppia necessita di ampie estensioni territoriali, ecologicamente eterogenee e non riconducibili a singole tipologie d’habitat. Gli ambienti di nidificazione rientrano invece nelle tipologie d’habitat:
8210: Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 8220: Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica.
Alimentazione: specie prevalentemente necrofaga; segue le mandrie e le greggi di bestiame domestico, per approfittare dei resti alimentari disponibili (placente, carcasse, sterco). Occasionalmente può nutrirsi di invertebrati e piccoli rettili o di carcasse rinvenute a bordo strada.
Consistenza delle popolazioni: popolazione europea stimata a meno di 2000 coppie, più della metà delle quali in Spagna. La popolazione italiana, fortemente ridotta e localmente estinta negli ultimi decenni, è attualmente stimata a 10-12 coppie nidificanti. In Basilicata, dove sono scarse le notizie storiche, la popolazione si è ridotta dalle 3-4 coppie nidificanti quindici anni or sono alle 2 attuali. Le riproduzioni sono irregolari e non avvengono tutti gli anni, probabilmente a causa dello scarso apporto alimentare dovuto alla forte riduzione del pascolo brado.
Minacce: distruzione e trasformazione dell’habitat utilizzato come area di alimentazione (realizzazione di complessi turistici e/o industriali, rimboschimenti); la riduzione del pascolo brado produce una progressiva chiusura delle aree aperte utilizzate per la ricerca del cibo ed anche una significativa diminuzione delle disponibilità trofiche. Bracconaggio, disturbo venatorio, uso di pesticidi, prelievo illegale di pulli dal nido, elettrocuzione e impatto con cavi sospesi.
Conservazione e Protezione: SPEC 3; Dir.Uccelli CEE All I; Berna All II; Bonn All. II; CITES app. I; Part. Prot. 157/92; Lista Rossa: in pericolo in modo critico. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l’attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992 e Legge Regionale n. 33/1997)
Bibliografia:
BRICHETTI P., FRACASSO G., 2003 – Ornitologia Italiana. Identificazione, distribuzione,
consistenza e movimento degli uccelli italiani. 1 Gaviidae - Falconidae. Oasi Alberto Perdisa
Editore, Bologna. CRAMP S., SIMMONS K.E.L., (eds.), 1980 – Handbook of the birds of Europe, the Middle East
and North Africa, The Birds of the Western Palearctic. Vol. 2, Oxford University Press,
Oxford. FULCO E., COPPOLA C., PALUMBO G., VISCEGLIA M., 2008 – Check-list degli Uccelli della
Basilicata, aggiornata al 31 maggio 2008. Rivista Italiana di Ornitologia, 78: 13-27. HAGEMEJIER J.M. & BLAIR M.J., (Eds.) 1997 – The EBCC Atlas of European Breeding Birds: their distribution and abundance. T. & A.D. Poyser, London.

Autori: Egidio Fulco, Caterina V. Coppola



Cirsium tenoreanum (Cardo di Tenore)

ASTERACEAE - Cirsium tenoreanum Petr.

Nome volgare: cardo di Tenore.

Biologia: emicriptofita biennale, molto spinosa, fiorisce da luglio a settembre.

Distribuzione: specie endemica a distribuzione peninsulare, presente nell’Appennino settentrionale, centrale e meridionale. In Basilicata è segnalata in numerose località montane dal Paratiello, al Vulture, ai rilievi nei dintorni di Potenza, al Volturino, all’Alpe di Latronico, al Pollino. Aggiungere notazioni per il SIC

Ecologia: orofita, nitrofila, vegeta nei pascoli, nei prati e negli incolti del piano montano, nelle radure boschive da 1000 a 1800 m s.m. La sua presenza è legata al pascolo che determina un arricchimento in nitrati del suolo e favorisce questa specie non gradita al bestiame a causa dell’elevata spinescenza. Spesso colonizza i recinti in cui sono ricoverati gli animali.

Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 6210 (*) - Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee) (habitat prioritario).

Minacce: riduzione degli habitat di pertinenza.

Livello di minaccia nel SIC: basso (a breve-medio termine).

Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni internazionali o nazionali, né appare rara o minacciata a livello regionale o provinciale, ma riveste significato biogeografico come entità endemica.