ORCHIDACEAE - Epipogium aphyllum Sw.
Nome volgare: epipogio.
Biologia: geofita rizomatosa, saprofita, priva di clorofilla e per questo poco visibile. Fiorisce tra luglio e settembre, ma la fioritura, condizionata da una primavera umida e mite, risulta alquanto irregolare. Quest’orchidea si può propagare per via sessuale, anche se si tratta della strategia riproduttiva più rara, oltre che per via vegetativa in quanto il rizoma possiede la capacità di emettere gemme avventizie capaci di generare nuovi individui. Le generazioni non si susseguono annualmente ed infatti, la pianta può scomparire alla vista per anni, vegetando a livello ipogeo e sfruttando simbiosi con fungi specifici.
Distribuzione: eurosiberiana, dai Pirenei al Giappone; è presente con popolazioni molto ridotte in quasi tutta la penisola, con un maggior numero di stazioni sulle Alpi orientali, mentre è più sporadica nel resto delle Alpi e lungo l’Appennino fino alla Calabria. È ritenuta un relitto delle glaciazioni del Quaternario. In Basilicata è stata di recente segnalata sul Pollino ed osservata in pochissime stazioni nell’Abetina di Laurenzana. Aggiungere notazioni per il SIC
Ecologia: specie saprofita, sciafila, vegeta in boschi montani a copertura densa (faggete, peccete o abetine) su suoli freschi, ricchi di humus, spesso su legno e radici marcescenti, entro una fascia altimetrica compresa tra 400 e 1900 m s.m. Predilige substrati di natura calcarea o silicea con reazione acida.
Habitat e/o biotopo elettivo/i all’interno del SIC: 9220*: Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis (habitat prioritario).
Minacce: alterazione delle condizioni microclimatiche ed ecologiche degli habitat di pertinenza, calpestio e danneggiamenti derivanti dalla circostanza che si tratta di una pianta davvero molto difficile da vedere.
Livello di minaccia nel SIC: molto alto (a breve-medio termine), a causa dell’esigua consistenza delle popolazioni e delle complesse strategie riproduttive.
Conservazione e protezione: inclusa tra le specie protette dalla CITES è, come tutte le Orchidee, inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005. È specie rarissima nell’Italia meridionale ed inserita tra le entità segnalate per la Basilicata nelle Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia, nella categoria delle specie vulnerabili (VU).