Habitat


Tipologie di habitat individuati in Basilicata: 61

Tipologie di habitat prioritari presenti:  12


Ambiente: Rilievi costieri tirrenici e litorale metapontino

91AA*: Boschi orientali di quercia bianca

Percentuale di copertura: 11% del Sic.

 

Descrizione: boschi mediterranei e submediterranei adriatici e tirrenici a dominanza di specie del genere Quercus (Q. virgiliana, Q. dalechampii, Q. pubescens) e Fraxinus ornus, indifferenti edafici, termofili e spesso in posizione edafo-xerofila, tipici della penisola italiana ma affini con quelli balcanici. La loro distribuzione interessa prevalentemente le aree costiere, subcostiere e preappenniniche, ma si rinvengono anche nelle conche infraappenniniche. I boschi appartenenti all’habitat 91AA vengono inquadrati nelle alleanze Carpinion orientalis e Pino calabricae-Quercion congestae (ordine Quercetalia pubescenti-petraeae, classe Querco-Fagetea).

Nella Murgia S. Lorenzo l'habitat è presente su entrambi i versanti dell'Agri e soprattutto nel settore centrale del SIC, mostrando tuttavia una certa compenetrazione con l'habitat 9340 ‘Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia; una più netta separazione fra i due è evidente nei settori caratterizzati da una minore acclività dove le comunità inquadrabili nell'habitat 91AA diventano più competitive rispetto a quelle dominate da Quercus ilex.

 

Specie guida: Quercus pubescens, Fraxinus ornus, Carpinus orientalis, Ostrya carpinifolia, Coronilla emerus, Asparagus acutifolius, Cornus sanguinea, Crataegus monogyna, Epipactis helleborinae, Hedera helix, Rubia peregrina, Smilax aspera, Viola alba.

 

Distribuzione: l’habitat è distribuito in tutta la penisola italiana, dalle regioni settentrionali a quelle meridionali, compresa la Sicilia, ed è piuttosto frequente anche nel territorio della Basilicata.

Nella Murgia S. Lorenzo l'habitat 91A0 è presente su entrambi i versanti dell'Agri e soprattutto nel settore centrale del SIC.

 

Esigenze ecologiche: aree costiere, subcostiere e preappenniniche, dalla regione mediterranea a quella continentale, su substrati di differente natura.

 

Conservazione e protezione: l'habitat non era riportato nel formulario aggiornato al 2003 ed è quindi di nuova segnalazione per il SIC Murgia S. Lorenzo: non è possibile, di conseguenza, calcolare variazioni di estensione rispetto al passato. La superficie attualmente occupata, comunque non è presumibilmente variata negli ultimi anni mentre si è sicuramente contratta su archi temporali più lunghi, in quanto le superfici del SIC in cui c'è potenzialità per tali boschi - cioè le aree pianeggianti o poco acclivi con suoli profondi - sono state in passato le più utilizzate per essere messe a coltura. Pertanto, i settori attualmente occupati da tale habitat rappresentano solo una piccola porzione di quella occupata potenzialmente in passato. A testimonianza di ciò si può infatti constatare che i lembi di boscaglie residuali che si rinvengono in ambito agricolo sono soprattutto a dominanza di Quercus pubescens s.l.. I boschi riconducibili all'habitat 91AA attualmente presenti nel SIC risultano di conseguenza estremamente importanti per il loro valore documentario e quindi particolarmente meritevoli di attenzione.

Lo stato di conservazione di tale habitat nell'area in esame può essere mediamente giudicato buono.

 

Criticità e minacce: in linea generale le fitocenosi riconducibili a tale habitat sono minacciate da incendi oltre che dalla ceduazione per ricavare legna da ardere notoriamente di ottima qualità. Nel territorio del SIC Murgia S. Lorenzo, inoltre, diverse parcelle di tale habitat sono collocate in prossimità di aree agricole e ciò le espone maggiormente al rischio di incendio e/o di ulteriore sfuttamento.

 

Azioni utili per la conservazione: prevedere efficaci piani antincendio e controlli mirati tesi a prevenire tagli di rapina degli individui più annosi. Limitare ed in alcuni casi vietare la ceduazione ed anche il pascolo. Prevedere l'abbandono dell'uso agricolo di superfici adiacenti agli attuali nuclei di tale habitat, e soprattutto nei settori in cui risulta più frammentato, per favorirne l'espansione.

In linea generale l’orientamento colturale più corretto è il controllo dell’evoluzione naturale delle fitocenosi riconducibili a tale habitat.



2240: Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua

Percentuale di copertura: 1%

Descrizione: Comunità vegetali annuali effimere delle dune, a sviluppo primaverile, che si localizzano nelle radure della macchia e della vegetazione erbacea perenne sviluppate sulle sabbie che derivano dalla degradazione dei substrati basici. Questa vegetazione occupa una posizione ecologica simile a quella descritta per l'habitat 2230 "Dune con prati dei Malcolmietalia", inserendosi però nella parte della duna occupata dalle formazioni maggiormente stabilizzate sia erbacee che legnose. La vegetazione corrisponde agli aspetti su duna, inquadrabili nei Thero-Brachypodietea. Le formazioni delle coste lucane sono state descritte come Anchuso hybridae-Plantaginetum albicantis Corbetta e Pirone 1989.

Specie guida: Plantago lagopus, Lagurus ovatus, Ornithopus compressus, Rumex bucephalophorus, Plantago bellardii, Anchusa hybrida

Distribuzione: Dune fisse del Mediterraneo. In Italia l’habitat è presente lungo tutte le coste sabbiose italiane, non segnalato solo in Liguria ed Emilia Romagna. In Basilicata l’habitat è localizzato in modo discontinuo lungo il litorale jonico, dove si trova in genere a mosaico con aspetti di macchia psammofila a Juniperus oxycedrus.

Esigenze ecologiche: L'habitat si differenzia, per la condizione ecologica, dall'habitat 2230 principalmente e come carattere maggiormente evoluto, in quanto si sviluppa su substrato prevalentemente di tipo calcareo.

Conservazione e protezione: L’estensione dell’habitat può essere favorita dal disturbo antropico e soprattutto dagli incendi che provoca la frammentazione della macchia psammofila retrodunale. Lungo i percorsi più soggetti al calpestio si rileva un aumento degli elementi più ruderali.  Soprattutto la presenza di piste battute, favorisce l’ingresso di specie ruderali e più opportuniste. Un disturbo moderato in genere può favorire l’habitat, ma l’eccessiva ruderalizzazione e nitrificazione del substrato porta ad una trasformazione significativa nella composizione floristica di queste comunità, con la perdita degli elementi di pregio. L’habitat nel SIC si presenta in un buono stato di conservazione, con un complesso floristico ricco.

Criticità e minacce: Nel caso specifico del SIC Bosco Pantano-Foce Sinni la pressione antropica è piuttosto ridotta, rispetto alla situazione del resto della costa lucana.

- Calpestio eccessivo e apertura di piste battute

- 790 Altre attività umane inquinanti

- 140 Pascolo

Azioni utili per la conservazione:

Il mantenimento di una certa percentuale di questo habitat favorisce la diversificazione ambientale e l’aumento della biodiversità nel sito. Tuttavia le azioni da intraprendere dovrebbero essere mirate a favorire le comunità psammofile perenni, riequilibrando i rapporti con le formazioni terofitiche più adattate al disturbo antropico.

 

 

 



2230: Dune con prati dei Malcolmietalia

Percentuale di copertura: 1%

Descrizione: Vegetazione prevalentemente annuale, a fenologia tardo-invernale primaverile dei substrati sabbiosi, situata nelle radure della vegetazione perenne appartenenti alle classi Ammophiletea ed Helichryso-Crucianelletea. In Italia è diffuso con diverse associazioni inquadrate nei Malcolmietalia, in particolare lungo le coste della regione si segnala la presenza del Sileno coloratae-Vulpietum membranaceae (Pign. 1953) Géhu & Scoppola 1984 (Corbetta et al., 1989).

Specie guida: Ononis variegata, Pseudorlaya pumila, Silene colorata, Medicago littoralis, Vulpia membranacea, Malcolmia ramosissima, Cutandia maritima

Distribuzione: Dune fisse del Mediterraneo. In Italia l’habitat è presente lungo tutte le coste sabbiose italiane, non segnalato solo in Liguria. In Basilicata l’habitat è localizzato lungo il litorale jonico, dove si trova in genere a mosaico con aspetti di vegetazione psammofila perenne e macchia a Juniperus oxycedrus.

Esigenze ecologiche: Da debolmente a fortemente nitrofila. Risente dell’evoluzione del sistema dunale in rapporto all’azione dei venti e al passaggio degli animali e delle persone. L’habitat è distribuito sulle coste sabbiose con macrobioclima sia mediterraneo sia temperato.

Conservazione e protezione: L’estensione dell’habitat può essere favorita dal disturbo antropico che provoca la frammentazione delle comunità psammofile perenni. Lungo i percorsi più soggetti al calpestio si rileva un aumento degli elementi più ruderali.  Soprattutto la presenza di piste battute, favorisce l’ingresso di specie ruderali e più opportuniste. Un disturbo moderato in genere può favorire l’habitat, ma l’eccessiva ruderalizzazione e nitrificazione del substrato porta ad una trasformazione significativa nella composizione floristica di queste comunità, con la perdita degli elementi di pregio. L’habitat nel SIC si presenta in un buono stato di conservazione, con un complesso floristico ricco.

Criticità e minacce: Nel caso specifico del SIC Bosco Pantano-Foce Sinni la pressione antropica è piuttosto ridotta, rispetto alla situazione del resto della costa lucana.

- Calpestio eccessivo e apertura di piste battute

- 900 Erosione

- 790 Altre attività umane inquinanti

Azioni utili per la conservazione:

Il mantenimento di una certa percentuale di questo habitat favorisce la diversificazione ambientale e l’aumento della biodiversità nel sito. Tuttavia le azioni da intraprendere dovrebbero essere mirate a favorire le comunità psammofile perenni, riequilibrando i rapporti con le formazioni terofitiche più adattate al disturbo antropico.

 

 

 

 



2260: Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia

Percentuale di copertura: 10%

Descrizione: L’habitat, che in origine era riferito agli aspetti di gariga psammofila dei  Cisto-Lavanduletalia, nell’accezione nel nuovo Manuale Italiano d’Interpretazione degli Habitat è stato esteso anche alle formazioni di macchia sclerofillica riferibile principalmente all’ordine Pistacio-Rhamnetalia.  

Specie guida: Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Prasium majus, Asparagus acutifolius, Smilax aspera, Rubia peregrina, Clematis flammula, Calicotome sp.

Distribuzione: In Italia si rinviene nel macrobioclima mediterraneo e temperato, nella variante sub-mediterranea. Nella regione l’habitat caratterizza la vegetazione psammofila legnosa lungo tutto il litorale jonico, in gran parte sostituita dalle pinete litoranee artificiali. Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni l’habitat è ben rappresentato e costituisce un’ampia fascia retrodunale, insieme con aspetti di macchia a ginepro.

Esigenze ecologiche Vegetazione sclerofilla, spiccatamente xerofila che occupa i cordoni dunali più interni dove si assiste ad una consistente stabilizzazione del substrato.

Conservazione e protezione: L’habitat lungo tutto il litorale jonico lucano è stato in gran parte sostituito da rimboschimenti di pini litoranei, e quindi risulta notevolmente ridotto e frammentato rispetto al suo areale potenziale.  Nei tratti di pinete più aperti l’habitat tende a rigenerarsi con una certa rigogliosità. Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni si rileva una colonizzazione da parte di questo habitat di ambiti originariamente caratterizzati da vegetazione più igrofila a causa degli effetti degli interventi di bonifica del territorio (canalizzazioni, lavorazione del terreno per favorire il drenaggio, ecc.)  

Criticità e minacce: Nel caso specifico del SIC Bosco Pantano-Foce Sinni la pressione antropica è ridotta, rispetto alla situazione del resto della costa lucana.

- Calpestio eccessivo e apertura di piste battute

- 790 Altre attività umane inquinanti

- alto rischio d’incendio

Azioni utili per la conservazione:

-       Azioni di prevenzione antincendio

-       Riduzione del calpestio attraverso la realizzazione di percorsi obbligati per l’accesso alla spiaggia



2250*: Dune costiere con Juniperus spp.

Percentuale di copertura: 8%

Descrizione: Nell’habitat sono incluse diverse tipologie di vegetazione legnosa dominata da ginepri e da altre sclerofille mediterranee, riconducibili a diverse associazioni. Nel sito l’habitat è rappresentato da una macchia psammofila caratterizzata dalla dominanza di Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa. Estremamente sporadica è la presenza di Juniperus phoenicea ssp. turbinata. Gli aspetti della costa junica lucana sono stati riferiti all’associazione Asparago acutifolii-Juniperetum macrocarpae O. de Bol. 1964 (Corbetta et al., 1989).

Specie guida: Juniperus oxycedrus ssp. macrocarpa, Juniperus phoenicea ssp. turbinata

Distribuzione: È distribuito lungo le coste sabbiose del Mediterraneo e in Italia è presente solo nelle regioni mediterranea e temperata. Nella regione l’habitat caratterizza la vegetazione psammofila legnosa lungo tutto il litorale jonico. Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni l’habitat è ben rappresentato e costituisce un’ampia fascia retrodunale, insieme con aspetti di macchia dominati da altre sclerofille.

Esigenze ecologiche: Comunità xerofile, tipiche delle dune consolidate.

Conservazione e protezione: E’ uno degli habitat di maggiore pregio naturalistico del sito, la cui presenza ed estensione può essere interpretata come indicatrice di un basso impatto antropico sul litorale. L’habitat è scomparso dalle aree più intensamente sfruttate della costa ionica. Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni occupa la  fascia  che separa le comunità psammofile erbacee dalle depressioni umide retrodunali. Spesso la macchia a ginepro è inframmezzata da comunità terofitiche che possono essere l’espressione di un certo disturbo antropico che determina la frammentazione dell’habitat.

Criticità e minacce: Nel caso specifico del SIC Bosco Pantano-Foce Sinni la pressione antropica è piuttosto ridotta, rispetto alla situazione del resto della costa lucana.

- Calpestio eccessivo e apertura di piste battute

- 900 Erosione

- 790 Altre attività umane inquinanti

- alto rischio d’incendio

Azioni utili per la conservazione:

-       Azioni di prevenzione antincendio

-       Riduzione del calpestio attraverso la realizzazione di percorsi obbligati per l’accesso alla spiaggia

 

 

 

 



2110: Dune embrionali mobili

Percentuale di copertura: 1%

Descrizione: L’habitat in Italia si trova lungo le coste basse, sabbiose e risulta spesso sporadico e frammentario, a causa dell’antropizzazione sia legata alla gestione del sistema dunale a scopi balneari che per la realizzazione di infrastrutture portuali e urbane. L’habitat è determinato dalle piante psammofile perenni, di tipo geofitico ed emicriptofitico che danno origine alla costituzione dei primi cumuli sabbiosi: “dune embrionali”. Le comunità lucane sono state riferite alle seguenti associazioni Echinophoro spinosae-Elymetum farcti Géhu 1988 e Sporoboletum arenarii Arenes 1924.

Specie guida: Agropyron junceum, Medicago marina, Eryngium maritimum, Echinophora spinosa, Calystegia soldanella

Distribuzione: in Europa è diffuso lungo le coste del Mediterraneo e dell’Atlantico. in Italia l’habitat è potenzialmente presente lungo tutte le coste sabbiose italiane.

Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni e negli altri sic costieri lucani il cordone dunale non è sempre continuo e ben sviluppato. Lo spianamento della duna provoca una caoticizzazione della serie psammofila, mescolando elementi tipici delle dune embrionali con quelli degli aspetti più consolidati. Per questa ragione è difficile una valutazione precisa dell’estensione e della distribuzione dell’habitat specifico.

Esigenze ecologiche: Habitat tipico delle dune embrionali sottoposte all’azione modellatrice del vento e delle mareggiate. La specie maggiormente edificatrice è Agropyron junceum ssp. mediterraneum (= Elymus farctus ssp. farctus; = Elytrigia juncea), graminacea rizomatosa che riesce ad accrescere il proprio rizoma sia in direzione orizzontale che verticale costituendo così, insieme alle radici, un fitto reticolo che ingloba le particelle sabbiose.

Conservazione e protezione

In genere il passaggio di mezzi meccanici e l’accumulo di rifiuti causano un notevole degrado di questo tipo di vegetazione. L’habitat è estremamente frammentato e tende a degenerare verso forme ruderalizzate tipiche degli incolti aridi sabbiosi. Nel SIC Bosco pantano_Foce Sinni lo stato di conservazione è migliore non essendoci interventi di pulizia e lavorazione della spiaggia. Tuttavia alcuni interventi di ricostruzione del cordone dunale per contrastare l’erosione marina non hanno avuto successo.

 Criticità e minacce: In generale le principali minacce sono rappresentate dallo sfruttamento della spiaggia a scopo turistico-ricreativo e dall’erosione. Nel caso specifico del SIC Bosco Pantano-Foce Sinni la pressione antropica è piuttosto ridotta, rispetto alla situazione del resto della costa lucana.

900 Erosione

790 Altre attività umane inquinanti

Azioni utili per la conservazione:

L’unica azione veramente efficace per evitare la degradazione del cordone dunale è quella di ripristinare i normali regimi idrici dei fiumi in modo da ridurre il fenomeno erosivo.

Altre azioni specifiche possono essere avviate tenendo però conto dell’inevitabile dinamismo e arretramento della linea di costa, fra queste si propone:

-individuazione e delimitazione di percorsi obbligati (anche per mezzo di passerelle sopraelevate)  l’accesso alla spiaggia per ridurre l’effetto del calpestio.



2210: Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae)

Percentuale di copertura: 1%

Descrizione: Vegetazione psammofila camefitica e suffruticosa rappresentata dalle garighe primarie che si sviluppano sul versante interno delle dune mobili con sabbie più stabili e compatte. Nei SIC lucani tali aspetti sono prevalentemente rappresentati da fitocenosi a Ephedra distachya e Pancratium maritimum. Si tratta sempre di aspetti estremamente frammentati a mosaico con gli altri habitat psammofili a carattere più pioniero.

Specie guida: Pancratium maritimum, Ephedra distachya.

Distribuzione: in Europa è diffuso lungo le coste del Mediterraneo. In Italia l’habitat è potenzialmente presente lungo tutte le coste sabbiose italiane, ma segnalato solo in Toscana, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. In Basilicata la presenza è ritenuta dubbia. Effettivamente lungo tutto il litorale jonico lucano sono presenti alcuni elementi tipici dell’habitat, ma si tratta quasi sempre di situazioni estremamente frammentate e mescolate agli altri habitat.

Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni comunque per l’ampia estensione dei popolamenti di Ephedra distachya si ritiene di poter segnalare l’habitat.

Esigenze ecologiche: L’habitat si localizza  sui suoli sabbiosi compatti della duna, dove è già avviato il processo pedogenetico.

Conservazione e protezione: In Italia l’habitat è molto localizzato ed in regressione, probabilmente a causa dell’erosione costiera che diminuisce la possibilità di evoluzione dunale riducendo la presenza di siti idonei a questo tipo di habitat che necessita di dune stabili e ben sviluppate. Anche lo sfruttamento turistico delle coste incide negativamente sull’habitat.

In genere il passaggio di mezzi meccanici e l’accumulo di rifiuti causano un notevole degrado di questo tipo di vegetazione. L’habitat è estremamente frammentato e tende a degenerare verso forme ruderalizzate tipiche degli incolti aridi sabbiosi.

Nel SIC Bosco Pantano-Foce Sinni lo stato di conservazione è migliore non essendoci interventi di pulizia e lavorazione della spiaggia. Tuttavia alcuni interventi di ricostruzione del cordone dunale per contrastare l’erosione marina non hanno avuto successo. In particolare gli impianti artificiali di Ephedra distachya non hanno attecchito.

Criticità e minacce: In generale le principali minacce sono rappresentate dallo sfruttamento della spiaggia a scopo turistico-ricreativo e dall’erosione. Nel caso specifico del SIC Bosco Pantano-Foce Sinni la pressione antropica è piuttosto ridotta, rispetto alla situazione del resto della costa lucana.

900 Erosione

790 Altre attività umane inquinanti

Azioni utili per la conservazione: L’unica azione veramente efficace per evitare la degradazione del cordone dunale è quella di ripristinare i normali regimi idrici dei fiumi in modo da ridurre il fenomeno erosivo.

Altre azioni specifiche possono essere avviate tenendo però conto dell’inevitabile dinamismo e arretramento della linea di costa, fra queste si propone:

-individuazione e delimitazione di percorsi obbligati (anche per mezzo di passerelle sopraelevate)  per l’accesso alla spiaggia per ridurre l’effetto del calpestio.

 



2120: Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche)

Percentuale di copertura: 1%

Descrizione: L’habitat individua le dune costiere più interne ed elevate, definite come dune mobili o bianche, colonizzate da Ammophila arenaria subsp. australis alla quale si aggiungono numerose altre specie psammofile. In Italia, l’habitat viene riferito essenzialmente all’associazione Echinophoro spinosae-Ammophiletum australis (Br.-Bl. 1933) Géhu, Rivas-Martinez & R. Tx. 1972 in Géhu et al. 1984.

Specie guida: Ammophila arenaria ssp. australis Echinophora spinosa, Eryngium maritimum, Medicago marina, Pancratium maritimum.

Distribuzione: in Europa è diffuso lungo le coste del Mediterraneo e dell’Atlantico. In Italia l’habitat è potenzialmente presente lungo tutte le coste sabbiose italiane.

Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni e negli altri sic costieri lucani il cordone dunale non è sempre continuo e ben sviluppato. Lo spianamento della duna provoca una caoticizzazione della serie psammofila, mescolando elementi tipici delle dune embrionali con quelli degli aspetti più consolidati. Per questa ragione è difficile una valutazione precisa dell’estensione e della distribuzione dell’habitat specifico.

Esigenze ecologiche: Habitat tipico delle dune mobili delle coste sottoposte all’azione modellatrice del vento. Ammophila arenaria  ricolonizza e consolida rapidamente le sabbie. Le specie caratteristiche di questo habitat hanno in genere particolari adattamenti al substrato incoerente ed estremamente mobile, come la capacità di emettere nuovi getti vegetativi ogni volta che la sabbia ricopre ricopre la pianta.

Conservazione e protezione

In genere il passaggio di mezzi meccanici e l’accumulo di rifiuti causano un notevole degrado di questo tipo di vegetazione. L’habitat è estremamente frammentato e tende a degenerare verso forme ruderalizzate tipiche degli incolti aridi sabbiosi.

Nel SIC Bosco Pantano-Foce Sinni lo stato di conservazione è migliore non essendoci interventi di pulizia e lavorazione della spiaggia. Tuttavia alcuni interventi di ricostruzione del cordone dunale per contrastare l’erosione marina non hanno avuto successo.

Criticità e minacce: In generale le principali minacce sono rappresentate dallo sfruttamento della spiaggia a scopo turistico-ricreativo e dall’erosione. Nel caso specifico del SIC Bosco Pantano-Foce Sinni la pressione antropica è piuttosto ridotta, rispetto alla situazione del resto della costa lucana.

900 Erosione

790 Altre attività umane inquinanti

Azioni utili per la conservazione:

L’unica azione veramente efficace per evitare la degradazione del cordone dunale è quella di ripristinare i normali regimi idrici dei fiumi in modo da ridurre il fenomeno erosivo.

Altre azioni specifiche possono essere avviate tenendo però conto dell’inevitabile dinamismo e arretramento della linea di costa, fra queste si propone:

-individuazione e delimitazione di percorsi obbligati (anche per mezzo di passerelle sopraelevate)  per l’accesso alla spiaggia per ridurre l’effetto del calpestio.



1130: Estuari

Percentuale di copertura: 0,3%

Descrizione: Tratto terminale dei fiumi che sfociano in mare influenzato dalla azione delle maree che si estende sino al limite delle acque salmastre. Il mescolamento di acque dolci e acque marine ed il ridotto flusso delle acque del fiume nella parte riparata dell’estuario determina la deposizione di sedimenti fini che spesso formano vasti cordoni intertidali sabbiosi e fangosi. In relazione alla velocità delle correnti marine e della corrente di marea i sedimenti si depositano a formare un delta alla foce dell’estuario.

Specie guida: -

Distribuzione: Presente sia nella Regione Biogeografica Continentale, che in quella Mediterranea. In Italia è presente in corrispondenza delle foci di fiumi di media e ampia portata.

Nel SIC Bosco Pantano – Foce Sinni è necessario chiarire meglio fino a che punto l’area estuariale si spinge verso l’interno.

Esigenze ecologiche: L’habitat è caratterizzato da un gradiente di salinità che va dalle acque dolci del fiume a quelle prettamente saline del mare aperto.

Conservazione e protezione: Le numerose captazioni idriche a monte, determinano una drastica riduzione della portata d’acqua del fiume che oltre a determinare la riduzione consistente dell’habitat estuariale e delle altre fitocenosi ad esso connesse, è la principale causa del grave fenomeno di erosione costiera. Per una valutazione più precisa sullo stato di conservazione delle acque estuari ali e dell’habitat nel suo insieme, sono necessarie analisi della qualità delle acque e uno studio specifico sugli indicatori biologici.

Criticità e minacce:

170 Allevamento animali

830 Canalizzazione

890 Altre modifiche delle condizioni idrauliche indotte dall'uomo

900 Erosione

811 gestione della vegetazione acquatica e riparia per scopi di drenaggio

790 Altre attività umane inquinanti

709 altre forme semplici o complesse di inquinamento

852 modifiche delle strutture di corsi d'acqua interni

110 Uso di pesticidi

 

Azioni utili per la conservazione:

Favorire l’aumento della portata d’acqua e le fasi di inondazione attraverso la riduzione progressiva delle canalizzazioni;

Riduzione degli apporti di inquinanti attraverso la verifica ed eventuale potenziamento dei depuratori a monte;

Protezione della vegetazione di cinta;

Divieto di pesca e transito con imbarcazioni in area estuariale.

 



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