Abetina di Laurenzana


Carta di identità del sito

Zoom Extra_large_abetina_di_laurenzana-001
Nome Abetina di Laurenzana
Codice IT9210005
Tipo C
Estensione 324 ha
Comuni
Province
Habitat (All. 1 Dir. 92/43/CEE): 9220*, 91M0 dettagli   »
Specie (All. 2 Dir. 92/43/CEE e all.1 dir. 79/409/CEE): Abies alba Mill. (Abete bianco), Acer neapolitanum Ten. (Acero napoletano), Ilex aquifolium L. (Agrifoglio), Strix aluco (Allocco), Lanius collurio (Avèrla piccola) dettagli   »
Note

Habitat All. 1 Dir. 92/43/CEE

Abetina di Laurenzana

9220* - Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis

91M0 - Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere

Specie All. 2 Dir. 92/43/CEE e all.1 dir. 79/409/CEE

Abetina di Laurenzana

Abies alba Mill. (Abete bianco)

Acer neapolitanum Ten. (Acero napoletano)

Ilex aquifolium L. (Agrifoglio)

Strix aluco (Allocco)

Lanius collurio (Avèrla piccola)

Ficedula albicollis (Balia dal collare)

Atropa bella-donna L. (Belladonna)

Teucrium siculum (Raf.) Guss. (Camedrio siciliano)

Sylvia atricapilla (Capinera)

Lonicera caprifolium L. (Caprifoglio comune)

Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch (Cefalantera maggiore)

Elaphe quatuorlineata (Cervone)

Cyclamen hederifolium Aiton (Ciclamino napoletano)

Parus palustris (Cincia bigia)

Parus ater (cincia mora)

Parus major (Cinciallegra)

Parus caeruleus (Cinciarella)

Pyrrhula pyrrhula (ciuffolotto europeo)

Athene noctua (Civetta)

Aegithalos caudatus (Codibugnolo)

Columba palumbus (colombaccio)

Corydalis solida (L.) Clairv. (Colombina)

Daphne laureola L. (Dafne laurella, Erba laurella, Olivella)

Digitalis micrantha Roth (Digitale appenninica)

Epipactis helleborine (L.) Crantz (Elleborine comune)

Epipactis microphylla (Ehrh.) Sw. (Elleborine minore)

Epipactis viridiflora Hoffm. ex Kro (Elleborine violacea)

Epipogium aphyllum Sw. (Epipogio)

Hypericum hirsutum L. (Erba di San Giovanni)

Luzula sicula Parl. (Erba lucciola siciliana)

Circaea lutetiana L. subsp. lutetia (Erba maga comune)

Martes foina (Faina)

Limodorum abortivum (L.) Sw. (Fior di legna)

Regulus ignicapillus (Fiorrancino)

Physospermum verticillatum (Waldst. et Kit.) Vis. (Fisospermo verticillato)

Fringilla coelebs (fringuello)

Dianthus armeria L. subsp. armeria (Garofano a mazzetti)

Felis silvestris (Gatto selvatico)

Garrulus glandarius (Ghiandaia)

Glis glis (Ghiro)

Arum lucanum Cav. et Grande (Gigaro meridionale)

Lilium bulbiferum L. (Giglio rosso, giglio di San Giovanni, Giglio salvatico)

Agrostemma githago L. (Gittaione comune)

Juncus conglomeratus L. (Giunco contratto)

Merops apiaster (gruccione)

Solenanthus apenninus (L.) Fisch. (Lingua di cane apenninica)

Podarcis muralis (Lucetola muraiola)

Phylloscopus bonelli (Luì bianco)

Phylloscopus collybita (Luì piccolo)

Phylloscopus sibilatrix (Luì verde)

Canis lupus (Lupo)

Turdus merula (merlo)

Muscardinus avellanarius (Moscardino)

Narcissus poeticus L. (Narciso selvatico, Fior di maggio)

Milvus milvus (Nibbio reale)

Neottia nidus-avis (L.) Rich. (Nido d'uccello)

Dactylorhiza maculata (L.) Soó (Orchide macchiata)

Orchis maculata L. (Orchide macchiata)

Orchis mascula (L.) L. (Orchide maschia)

Anacamptis pyramidalis (L.) Rich. (Orchide piramidale)

Dactylorhiza romana (Sebast.) Soó (Orchide romana)

Dactylorhiza sambucina (L.) (Orchide sambucina)

Paeonia mascula (L.) Miller (Peonia maschio)

Erithacus rubecula (pettirosso)

Sitta europaea (Picchio muratore)

Dendrocopos major (Picchio rosso maggiore)

Dendrocopos medius (Picchio rosso mezzano)

Picus viridis (Picchio verde)

Platanthera bifolia (L.) Rchb. (Platantera comune)

Buteo buteo (Poiana comune)

Pulmonaria apennina Cristof. et Pup (Pulmonaria degli Appennini)

Ruscus aculeatus L. (Pungitopo)

Lacerta bilineata (Ramarro occidentale)

Certhia brachydactyla (Rampichino)

Rana dalmatina (Rana agile)

Rana italica (Rana italica)

Ranunculus millefoliatus Vahl (Ranuncolo millefoglio)

Oriolus oriolus (rigogolo)

Bufo bufo (Rospo comune)

Salamandrina terdigitata (Salamandrina dagli occhiali)

Salix apennina A. K. Skvortsov (Salice dell'Appennino)

Troglodytes troglodytes (Scricciolo comune)

Scutellaria columnae All. (Scutellaria di Colonna)

Sorbus aucuparia L. (Sorbo selvatico, Sorbo degli uccellatori, Sorrestella)

Accipiter nisus (Sparviere)

Talpa romana (Talpa romana)

Eliomys quercinus (Topo quercino)

Sorex samniticus (Toporagno appenninico)

Sorex minutus (Toporagno nano)

Turdus viscivorus (Tordela)

Turdus philomelos (tordo bottaccio)

Lullula arborea (Tottavilla)

Pimpinella anisoides V. Brig. (Tragoselino meridionale)

Luscinia megarhynchos (Usignolo)



Il Sito di Importanza Comunitaria  “Abetina di Laurenzana” si estende su 324 ettari nel territorio del comune di Laurenzana (PZ), a ridosso del confine con i comuni di Viggiano a sud e Calvello a ovest. E’ compreso nelle tavolette IGM 1:25.000, Fogli 200 III NO e 200 III SO e presenta coordinate centrali di 15° 56’ 44’’ E 40° 24’ 29’’ N.

La superficie del SIC è interamente ricoperta da bosco che rappresenta una porzione di un più vasto complesso forestale che si estende tra le pendici del Monte Tre Confini e del Tuppo delle Manche, tra i 1100 e 1350m s.l.m.

L’abetina, che occupa una fascia di transizione tra la cerreta e la faggeta, è un biotopo segnalato dalla Società Botanica Italiana nel 1971 e rappresenta uno dei nuclei relitti di maggiore importanza di abete bianco dell’Appennino lucano. Al suo interno gli abeti raggiungono ragguardevoli dimensioni, con altezze di oltre 40m.

L’Abetina di Laurenzana è una riserva naturale, istituita con DPGR n. 2/88 e gestita dall'Amministrazione Provinciale di Potenza, e zona 1 del neonato Parco Nazionale dell’Appennino Lucano-Val d’Agri-Lagonegrese istituito con DPR dell’8 dicembre 2007 dopo una lunga gestazione istituzionale che parte già dal 1991, con l’approvazione della Legge Quadro sulle Aree Protette n. 394/91.

 IL TERRITORIO

Sotto il profilo geologico il territorio appartiene alla zona di catena appenninica formatasi nel Miocene. L'edificio orogenico ha avuto origine in seguito alla sovrapposizione delle unità Calabridi, Liguridi e Sicilidi sulla Piattaforma carbonatica e sul complesso Lagonegrese.

Il substrato geologico è rappresentato da scisti argillosi violacei, bruni o giallastri con intercalazioni di marne calcaree fogliettate e calcari marnosi grigi o verdini, di serie incerta (Carta geologica d'Italia, Foglio 199 quadrante Sud-Est e Foglio 200 quadrante Sud-Ovest). Da questi substrati si sono evolute terre brune prive di carbonati e solo leggermente lisciviate (Susmel, 1959). Subordinatamente si possono rinvenire brecciole, riconoscibili nella parte bassa degli strati, che costituiscono gli unici livelli fossiliferi e che quindi consentono la datazione.

L’altitudine maggiore, di 1279 m s.l.m., si raggiunge nel settore occidentale in loc. “Confini” mentre il punto più basso, di 1105 m s.l.m., si raggiunge in loc. “P.te Pasquini” in corrispondenza della confluenza del vallone dell’Alvaneta nel torrente Cerreto. Il dislivello altimetrico contenuto, di solo 174 m, determina una morfologia poco acclive con una pendenza media di solo ca. 9°.

Le condizioni microclimatiche favoriscono una buona disponibilità idrica sia a livello edafico che atmosferico. Il sito presenta un’esposizione orientata verso i quadranti meridionali con una prevalenza dei versanti esposti a SE.

 IL CLIMA

Le caratteristiche climatiche dell'area sono riferibili al tipo subumido e umido con precipitazioni medie annue fra 1000 e 1200 mm, distribuite in modo irregolare: massimi autunno-invernali e minimi estivi; l'innevamento varia da 23 a 41 gg., rispettivamente a 900 e a 1200 m s.l.m.

La temperatura media annua è di circa 10 °C (minime in gennaio e massime in agosto); una stazione meteorologica installata nel 2000 all'interno del complesso boscato ha fatto registrare nel periodo gennaio 2000 - luglio 2001 ampie escursioni termiche con minime assolute in gennaio (-11,3 °C) e massime assolute in agosto (37,1 °C).

In base ai dati termo-pluviometrici la classificazione fitoclimatica del Pavari, ascrive il territorio del SIC al Fagetum caldo. Secondo la classificazione biocenotica dello Schimd, la vegetazione della zona è da ascrivere al cingolo Q.T.A. (Quercus-Tilia-Acer) dominato dal cerro Quercus cerris e dal cingolo F.A (Fagus-Abies) dominato dal faggio.

L’abetina di Laurenzana rappresenta uno dei nuclei di abete bianco Abies alba Miller più significativi dell’Appennino lucano. L’abete bianco vegeta in mescolanza con il cerro Quercus cerris L. e con il faggio Fagus sylvatica L. a formare consorzi che possono essere inquadrati nell’habitat prioritario[1] 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis”. Questo habitat,  localizzato su  versanti con esposizione prevalente N ed E, in stazioni di impluvio e  forre, presenta un buono stato di conservazione soprattutto in ordine alla capacità di rinnovazione naturale dell’abete bianco con nuclei densi e ben distribuiti spazialmente.

Il secondo habitat rilevato nel SIC è rappresentato dall’habitat di interesse comunitario[2] 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere”, che ricopre una vasta superficie del SIC.  Si tratta di formazioni mesofile governate ad alto fusto, con stadi evolutivi diversi, ma che in generale presentano un buon grado di conservazione anche in considerazione del fatto che la pressione antropica è ridotta e limitata al pascolo esercitato occasionalmente in aree marginali del bosco. La presenza di numerosi esemplari di cerro di notevoli dimensioni, nonché una struttura disetanea e multi stratificata, rende questo habitat molto importante per l’intera comunità animale.

Nel complesso i due habitat rilevati occupano ben il 93% della superficie del SIC, con un restante 7% interessato da rimboschimenti a conifere.

Il SIC assume un notevole interesse conservazionistico e biogeografico anche sotto il profilo floristico. Nel SIC si segnala la presenza di taxa di con specie citate nell’Atlante nazionale delle specie a rischio di estinzione come Arum lucanum Cav. et Gran., con specie endemiche come: Acer neapolitanum Ten., Arum lucanum Cav. et Gran, Digitalis micrantha Roth, Euphorbia corallioides L., Luzula sicula Parl.,  Pimpinella anisoides V. Brig., Pulmonaria apennina Cristof. et Puppi, Salix apennina A. K. Skvortsov, Solenanthus apenninus (L.) Fisch. et C. A. Mey., Teucrium siculum (Raf.) Guss. Sono presenti, inoltre, specie protette a livello internazionale, riportate in CITES o nell’allegato V della Dir. 92/43 CEE, rappresentate da diverse Orchidaceae come: Anacamptis pyramidalis (L.) Rich., Cephalanthera rubra (L.) Rich., Dactylorhiza maculata (L.) Soó, Dactylorhiza romana (Sebast.) Soó, Dactylorhiza sambucina (L.) Soó, Epipactis microphylla (Ehrh.) Sw., Epipactis viridiflora Hoffm. ex Krock., Epipogium aphyllum Sw., Limodorum abortivum (L.) Sw., Neottia nidus-avis (L.) Rich., Orchis mascula (L.) L., Platanthera bifolia (L.) Rchb., nonché da  Cyclamen hederifolium Aiton, Ruscus aculeatus L.

Le specie protette a livello regionale (DPGR 55/2005) sono tutte le orchidee, insieme con Abies alba Mill., Arum lucanum Cav. et Gran., anche citati nelle Liste regionali, oltre a: Ilex aquifolium L., Lilium bulbiferum L. subsp. croceum (Chaix) Jan, Narcissus poëticus L., Paeonia mascula (L.) Mill. Il SIC infine vanta la presenza di un notevole novero di specie rare e/o significative ai fini della caratterizzazione degli habitat come: Agrostemma githago L., Atropa bella-donna L., Circaea lutetiana L. subsp. lutetiana, Corydalis solida (L.) Clairv., Daphne laureola L., Dianthus armeria L. subsp. armeria, Hypericum hirsutum L., Juncus conglomeratus L., Luzula sicula Parl., Physospermum verticillatum (Waldst. et Kit.) Vis., Ranunculus millefoliatus Vahl, Salix apennina A. K. Skvortsov, Sorbus aucuparia L..

Gli aspetti faunistici appaiono anch’essi rilevanti, soprattutto, in relazione alla presenza di specie strettamente legate a cenosi forestali orami rare. Tra gli Uccelli spicca la presenza come nidificanti del Picchio rosso mezzano Dendrocopos medius e della Balia dal collare Ficedula albicollis, entrambe in allegato I della direttiva 2009/147/CE. L’elevato valore dell’ambiente forestale è confermato dalla presenza di Picchio rosso maggiore Dendrocopos major, Picchio verde Picus viridis, Tordo bottaccio Turdus philomelos, Luì bianco Phylloscopus bonelli, Luì verde Phylloscopus sibilastrix, Luì piccolo Phylloscopus collybita, Rampichino Certhia brachydactyla e il Picchio muratore Sitta europea, Cincia mora Parus ater e Cincia bigia Parus palustris. Nel sito sono state rilevate anche specie non strettamente forestali quali il Nibbio reale Milvus milvus e l’Averla piccola Lanius collurio, che utilizzano le aree ecotonali.

Tra gli Anfibi in allegato II della direttiva 92/43/CEE è stata rilevata la presenza della Salamandrina dagli occhiali Salamandrina terdigitata, mentre tra i Rettili il Cervone Elaphe quatuorlineata.

Tra i Mammiferi in allegato I della direttiva 92/43/CEE le indagini condotte hanno consentito di accertare la presenza del Lupo Canis lupus, mentre appare probabile la presenza del Gatto selvatico Felis silvetris almeno sulla base dell’idoneità ambientale e dell’areale distributivo riportato in letteratura (Boitani et al. 2003)[3].

Tra i micromammiferi, ad indicare ancora una struttura forestale climax, sono stati rinvenuti  il Quercino Elyomis quercinus, il Moscardino Moscardinus avellanarius e il Ghiro Glis glis tra i Gliridi, mentre tra gli Insettivori il Toporagno appenninico/del Vallese Sorex samniticus/antinorii e il Toporagno nano Sorex minutus.

 



FLORA:

L’abetina di Laurenzana rappresenta uno dei nuclei relitti di abete bianco dell’Appennino lucano, di pregevole importanza anche sotto l’aspetto della conservazione del germoplasma. L’abete bianco vegeta in mescolanza con il cerro e con il faggio a formare consorzi che possono essere inquadrati nell’habitat 9220* “Faggeti degli Appennini con Abies alba e faggete con Abies nebrodensis”. In queste cenosi l’abete bianco si rinnova in maniera anche significativa. In particolare le formazioni con abete bianco si rinvengono sui versanti più freschi e nelle zone di impluvio come lungo il vallone dell’Alvaneta e lungo alcuni solchi erosivi sulla sinistra orografica del vallone, e in una piccola area disgiunta, lungo il confine occidentale del sito, in genere a quote superiori ai 1240 m e prevalentemente su versanti esposti a  N-NE. Buona parte del SIC è poi interessata dalla copertura forestale riferibile all’habitat 91M0 “Foreste Pannonico-Balcaniche di cerro e rovere” che occupa prevalentemente le superfici esposte a mezzogiorno con la sola eccezione di un’area nel settore NO del sito.

Sotto il profilo floristico nel SIC si segnala la presenza di taxa di notevole interesse conservazionistico e biogeografico con specie citate nell’Atlante nazionale delle specie a rischio di estinzione (motivazione A) come Arum lucanum Cav. et Gran., con specie endemiche (motivazione B) come: Acer neapolitanum Ten., Arum lucanum Cav. et Gran, Digitalis micrantha Roth, Euphorbia corallioides L., Luzula sicula Parl.,  Pimpinella anisoides V. Brig., Pulmonaria apennina Cristof. et Puppi, Salix apennina A. K. Skvortsov, Solenanthus apenninus (L.) Fisch. et C. A. Mey., Teucrium siculum (Raf.) Guss. Da evidenziare ancora la presenza di specie protette a livello internazionale (motivazione C), riportate in CITES o nell’allegato V della Dir. 92/43 CEE, rappresentate da diverse Orchidaceae come: Anacamptis pyramidalis (L.) Rich., Cephalanthera rubra (L.) Rich., Dactylorhiza maculata (L.) Soó, Dactylorhiza romana (Sebast.) Soó, Dactylorhiza sambucina (L.) Soó, Epipactis microphylla (Ehrh.) Sw., Epipactis viridiflora Hoffm. ex Krock., Epipogium aphyllum Sw., Limodorum abortivum (L.) Sw., Neottia nidus-avis (L.) Rich., Orchis mascula (L.) L., Platanthera bifolia (L.) Rchb., nonché da  Cyclamen hederifolium Aiton, Ruscus aculeatus L.

Le specie protette a livello regionale (DPGR 55/2005) (motivazione D) sono tutte le orchidee, insieme con Abies alba Mill., Arum lucanum Cav. et Gran., anche citati nelle Liste regionali, oltre a: Ilex aquifolium L., Lilium bulbiferum L. subsp. croceum (Chaix) Jan, Narcissus poëticus L., Paeonia mascula (L.) Mill. Il SIC infine vanta la presenza di un notevole novero di specie rare e/o significative ai fini della caratterizzazione degli habitat (motivazione D) come: Agrostemma githago L., Atropa bella-donna L., Circaea lutetiana L. subsp. lutetiana, Corydalis solida (L.) Clairv., Daphne laureola L., Dianthus armeria L. subsp. armeria, Hypericum hirsutum L., Juncus conglomeratus L., Luzula sicula Parl., Physospermum verticillatum (Waldst. et Kit.) Vis., Ranunculus millefoliatus Vahl, Salix apennina A. K. Skvortsov, Sorbus aucuparia L..

FAUNA:

Sebbene le foreste montane appenniniche (ed in particolare le faggete) tendono ad ospitare una fauna relativamente più povera rispetto a quella di altri ecosistemi forestali della collina e media montagna l’eterogeneità della struttura forestale, l’elevato livello di associazione con i querceti caducifogli e la presenza di numerosi alberi di notevoli dimensioni e parzialmente marcescenti determinano nell’Abetina di Laurenzana condizioni adatte alla presenza di una maggiore diversità faunistica. Infatti, la numerosa presenza di alberi vetusti, con i loro tronchi pieni di cavità, favorisce la presenza di una ricca fauna di invertebrati (soprattutto insetti) che sono alla base delle rete trofiche utilizzate dai picchi e dalle numerose specie di insettivori. Inoltre, molti uccelli e mammiferi utilizzano sia le cavità dei vecchi alberi sia i tronchi marcescenti caduti al suolo, come rifugi o come nidi. Il questo tipo di boschi, in cui prevalgono gli aspetti naturali e non produttivi, è possibile la presenza di specie altrove rare. Il Picchio rosso mezzano Dendrocopos medius e la Balia dal collare Ficedula albicollis, entrambe nidificanti nel SIC e riportate in allegato I della direttiva 2009/147/CE, sono specie strettamente legate a foreste mature, ben strutturate e non frammentate. Il Picchio rosso mezzano è presente in Italia nel solo Appennino centro-meridionale con una distribuzione molto frammentata in relazione alla disponibilità delle foreste mature di caducifoglie. L’Appennino lucano rappresenta l’areale più significativo sia in termini di dimensione complessiva che di minor grado di frammentazione. A queste due specie, sempre in allegato I della direttiva 2009/147/CE, si aggiungono il Nibbio reale Milvus milvus, la Tottavilla Lullula arborea e l’Averla piccola Lanius collurio specie più legate ad ecosistemi misti o di transizione, con aree boscate in cui nidificare e aperte in cui cacciare.

Il buon livello di naturalità della struttura forestale è confermato dalla presenza di specie quali Picchio rosso maggiore Dendrocopos major, Picchio verde Picus viridis, Tordo bottaccio Turdus philomelos, Luì bianco Phylloscopus bonelli, Luì verde Phylloscopus sibilastrix, Luì piccolo Phylloscopus collybita, Rampichino Certhia brachydactyla e il Picchio muratore Sitta europea, Cincia mora Parus ater e Cincia bigia Parus palustris.

Tra gli Anfibi e i Rettili è stata verificata la presenza di due specie la Salamandrina dagli occhiali Salamandrina terdigitata e il Cervone Elaphe quatuorlineata, in allegato II della direttiva 92/43/CEE.

Tra i Mammiferi in allegato I della direttiva 92/43/CEE le indagini condotte hanno consentito di accertare la presenza del Lupo Canis lupus, mentre non sono state condotte ricerche relative al gruppo dei Chirotteri.

Appare probabile la presenza del Gatto selvatico Felis silvetris almeno sulla base dell’idoneità ambientale e dell’areale distributivo riportato in letteratura (Boitani et al. 2003).

Tra i micromammiferi, ad indicare ancora una struttura forestale climax, sono stati rinvenuti  il Quercino Elyomis quercinus, il Moscardino Moscardinus avellanarius e il Ghiro Glis glis tra i Gliridi, mentre tra gli Insettivori il Toporagno appenninico/del Vallese Sorex samniticus/antinorii e il Toporagno nano Sorex minutus.

Il bosco occupa l’intera superficie del SIC. Le aree agricole è più in generale le aree aperte sono praticamente inesistenti.

In generale, risulta scarsa o nulla l’influenza che i sistemi agricoli e le pratiche agronomiche sugli aspetti naturalistici e conservazionistici del SIC, determinando nel complesso un stato di conservazione buono.