Nome | Monte Paratiello |
Codice | IT9210190 |
Tipo | C |
Estensione | 1.128,87 ha |
Comuni | |
Province | |
Habitat | (All. 1 Dir. 92/43/CEE): 9220*, 9180*, 6210(*), 8310 dettagli » |
Specie | |
Note |
Nome | Monte Paratiello |
Codice | IT9210190 |
Tipo | C |
Estensione | 1.128,87 ha |
Comuni | |
Province | |
Habitat | (All. 1 Dir. 92/43/CEE): 9220*, 9180*, 6210(*), 8310 dettagli » |
Specie | |
Note |
L’area geografica considerata, posta all’estremo nord-occidentale della regione Basilicata, comprende la cima dello stesso Monte Paratiello (1445 m s.l.m.), incluso il versante nordorientale, i pianori di Sett’Acque e il Piano della Vaccara.
Dal punto di vista geologico l’intera area presenta i connotati caratteristici dell’Appennino Meridionale originatisi durante il Terziario superiore. L’assetto strutturale è il risultato di eventi tettogenetici verificatisi tra il Cretacico e il Pliocene. Le alternanze arenaceo-marnose e calcareo-marnose costituiscono i depositi del bacino silentino. I conglomerati, le brecce e le arenarie poco cementate sono il risultato di una sedimentazione in aree comprese tra le falde di ricoprimento e le aree stabili dell’avanpaese. Questi sedimenti rappresentano il riempimento di una’area depressa a spese dei materiali erosi alle stesse falde in movimento e alle quali, successivamante, quest’ultime si sono sovrapposte.
La morfologia risulta varia, in relazione ai fattori erosivi ed alla natura delle rocce. Il versante Nord-Est, da Nicchiaricone a Costa S. Angelo, fino al limite Est del SIC, costituito dal Vallone dell’Arco, presenta variazioni di quote nette e pertanto risulta profondamente inciso da valloni ricchi di acqua nei soli periodi di pioggia abbondante. I valloni hanno andamento quasi parallelo e appartengono idiograficamente al bacino del Torrente Malta che, insieme alla fiumara di Muro, versa le sue acque nel fiume Platano.
A quote più elevate le formazioni calcaree affiorano in superficie, è il caso delle aree a Sud e a Ovest del Piscone della Scala, della Serra Raichiane, nonché, dell’area che va dal Varco di Staccarino fino alla sommità del Monte Paratiello.
La natura calcarea del substrato e il suo assetto strutturale determina più a valle, nelle zone di impluvio, la presenza di fenomeni carsici che, sul versante nord dello stesso Paratiello, trovano espressione nelle grotte “I Vucculi” e “Volpe”.
IL TERRITORIO
L’area geografica considerata si sviluppa su un complesso carbonatico che raggiunge quote superiori ai 1500 m s.l.m., allungato in direzione NW-SE, e con elevata energia di rilievo. I versanti sono acclivi. Sono inoltre presenti creste sommitali e tutte le forme proprie del carsismo. Molto diffuse sono le depressioni chiuse, anch'esse di origine carsica, colmate da riempimenti sedimentari. Il reticolo idrografico non è molto sviluppato. La copertura prevalente del suolo è boschiva e erbacea. Estesi sono gli affioramenti di roccia nuda nelle zone di cresta e su alcuni versanti esposti a Sud. Il versante esposto a Nord invece e quasi totalmente ricoperto da vegetazione boschiva.
IL CLIMAIl clima è di tipo Mediterraneo, l’area è compresa tra le isoterme 13 e 10; la temperatura media annua e le escursioni termiche sono rispettivamente di 8,9 °C e 18,5 °C per la stazione di Monte Paratiello. Le temperature medie del mese più caldo e di quello più freddo sono rispettivamente di 18,5 °C e 0 °C. Il regime pluviometrico dell’area presenta i caratteri della mediterraneità (minimo estivo, primo massimo invernale, secondo massimo autunnale) come si evince dai diagrammi di Walter e Liet. Il grado di umidità risulta moderato per l’intera area. Secondo le divisioni climatiche di De Martonne il territorio in oggetto risulta di tipo subumido con indice di aridità pari a 40-50.
Per quanto riguarda la vegetazione, il piano montano, a quote superiori a 900 m s.l.m., è occupato da fustaie di faggio, l’habitat è ascrivibile al tipo “Faggeti degli Appennini con Abies alba e Ilex”. Frequentemente si rinvengono esemplari dalle dimensioni maestose. Il piano arbustivo è povero; ove la faggeta è più rada, si rinvengono gruppi di agrifoglio arborescente; lo strato erbaceo è limitato alla vegetazione primaverile o ad aree di faggeta diradata.
In corrispondenza delle rocce affioranti la vegetazione, segnatamente erbacea, è ricca di terofite; tra le specie di maggiore interesse si segnalano varie orchidee. Ombreggiata dai cespugli vegeta la Viola aetnensis.
Il versante esposto a Nord-Est, corrispondente alle località Nicchiaricone, fino a Lago Morto, è solcato da valloni che guidano lo scorrimento delle acque fino al Torrente Malta. Il microclima determina lo sviluppo di una vegetazione interessante, tra gli alberi ricordiamo: Tilia cordata, Fraxinus ornus, Salix pedicellata, Acer cappadocicum subsp. lobelii, Carpinus betulus, tra le altre specie ricordiamo l’Atropa belladonna.
La faggeta del SIC è nota per la produzione del tartufo uncinato e mesenterico ed pertanto frequentata da esperti cercatori.
Gli ampi pianori d’alta quota sono adibiti al pascolo stagionale di bovini e rappresentano un’importante area di caccia per i grandi rapaci come: il nibbio reale Milvus milvus, il nibbio bruno Milvus migrans e l’aquila reale Aquila chrysaetos. I versanti più acclivi, imponenti e inaccessibili, rappresentano l’habitat ideale per la riproduzione del falco pellegrino Falco peregrinus e di altre specie rupicole. Tra i mammiferi presenti nel SIC è rilevante la presenza del lupo Canis lupus.
FLORA:
L’habitat predominante nel SIC è denominato “Faggeti degli Appennini con Abies alba” – cod. 9220*; seguono per estensione gli habitat 6210* e 9180*.
FAUNA:
Altrettanto importante dal punto di vista conservazionistico è l’habitat 8310 rappresentato dalle grotte “Vucculi” e “Volpe”.
La fauna del sito è costituita da un discreto numero di specie, in gran parte legate agli ambienti forestali e agli ambienti aperti. L’erpetofauna comprende almeno 9 specie (5 specie di anfibi e 4 specie di rettili) la cui presenza nel SIC è stata accertata durante le fasi di monitoraggio. Due di queste, Salamandrina terdigitata e Triturus carnifex sono incluse nell’All. II della Direttiva Habitat. L’avifauna è certamente il gruppo più numeroso con 75 specie censite; dieci specie (Milvus migrans, Milvus milvus, Aquila chrysaetos, Falco peregrinus, Alectoris graeca, Bubo bubo, Caprimulgus europaeus, Dendrocopos medius, Lullula arborea, Lanius collurio) sono incluse nell’All. I della Direttiva Uccelli e godono di particolare interesse conservazionistico.
Riguardo ai mammiferi, nel sito è stata riscontrata la presenza, anche indiretta, di 12 specie; 3 di queste (Rhinol. Ferrumequinum, Miniopterus schreibersi, Canis lupus) sono protette a livello comunitario.
Il sito presenta un discreto grado di vulnerabilità dovuto a diversi tipi di impatto di origine antropica. L’intera area è aperta al pubblico ed è percorribile con automezzi senza alcun controllo. Numerose sono le costruzioni e gli stazzi per il ricovero degli animali domestici.
Altrettanto importante risulta il fenomeno delle cave (almeno 9), di piccole e medie dimensioni, alcune ancora attive, utilizzate per la realizzazione del manto stradale.
Nelle aree aperte si riscontrano locali fenomeni di sovrapascolo.