STUDI IN CORSO.
Il Sic “Murgia di San Lorenzo”, al centro della Val d'Agri, è attraversato in tutta la sua lunghezza da tale fiume, risultando inoltre inciso dai suoi numerosi affluenti. I versanti della valle, in particolare nel settore occidentale del Sic, sono caratterizzati dalla presenza di pinnacoli conglomeratici e pareti a strapiombo - quale effetto di erosioni su depositi sedimentari fortemente cementati - di particolare bellezza paesaggistica. La parte orientale del Sic invece, costituita da litotipi di natura argillosa, presenta morfologie più dolci ed è caratterizzata, in alcuni settori, dalla presenza di calanchi. Il SIC Murgia di San Lorenzo, già precedentemente ritenuto idoneo, per la ricchezza floro-faunistica e la bellezza paesaggistica, ad essere convertito in Parco Regionale, dopo le ricerche attuate nel 2009 è emerso essere un “hot spot” di biodiversità per la Regione Basilicata.
Il Sito, Valle Basento Ferrandina Scalo, ricopre un’area 732,94 ha ed interessa due comuni: Ferrandina e Pomarico. L’area si presenta caratterizzata da una netta distinzione orografica e vegetazionale relativamente alle due sponde del fiume Basento. La parte sinistra del fiume è caratterizzata da un’orografia discontinua, di tipo calanchivo-pianeggiante, dove si evince chiaramente la formazione di zone di accumulo con evidenti nicchie di distacco causate dalle erosioni meteoriche delle argille eoceniche, tipiche della Basilicata. La destra del fiume, invece, si presenta caratterizzata da un’orografia pianeggiante continua.
Il Lago Pantano di Pignola si estende su 155ha nei pressi del comune di Potenza, ad una quota media di 762 metri s.l.m. E’ localizzato a circa 10 Km a sud di Potenza in una depressione pedemontana delimitata a nord dalla Serra Stantiere (quota massima 901 m s.l.m.), ad ovest dalle dorsali del rilievo del Petrucco (1096 m s.l.m.), a sud dallo spartiacque che proviene da La Rocca (897 m s.l.m.) e separa la piana del Lago dai Lucchetti e dai Pantani di Pignola e ad est dalla Serra S. Marco (800 m s.l.m.).
Il Sito di Interesse Comunitario Valle Basento Grassano , esteso per 882 ha, è costituito da un tratto del fiume Basento prevalentemente pianeggiante, lungo circa 6.5 km per una ampiezza media di circa 1.2 km. Interessa i comuni di Calciano, Garguso, Grassano e Grottole (in provincia di Matera). In questo tratto l’alveo è di tipo alluvionale a tratti meandriforme. L’andamento del fiume in questa zona è stato modificato da interventi massicci orientati esclusivamente verso la difesa idraulica dei terreni della vallata e delle sue aree più antropizzate, creando delle forzature di regimentazione idraulica con gravi conseguenze sull'ecosistema fluviale e sulla stabilità dei versanti. Il territorio è caratterizzato da ampio greto fluviale, piccole depressioni umide e boschi ripariali, aree calanchive, superfici agricole.
Il SIC di S. Giuliano e Timmari è una “zone umide”, cioè un’area in cui le presenze floro – faunistiche sono più strettamente legate alla presenza dell’acqua, e che offre quindi una situazione molto particolare dal punto di vista naturalistico – ambientale. Il SIC si trova in Basilicata, nei comuni di Matera, Miglionico e Grottole, in provincia di Matera e copre un’estensione di 2574 ha (secondo la nuova perimetrazione proposta). Dal punto di vista altimetrico, il territorio varia da 452 m s.l.m., sulla collina di Timmari, a circa 80 m in prossimità dello sbarramento (con una quota media di 150 m). Il lago si presenta come un invaso artificiale creato dallo sbarramento sul fiume Bradano avvenuto tra il 1950 e il 1957 all’interno di una serie di opere programmate dal Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto per l’utilizzo delle acque del fiume Bradano per esigenze agricole e produttive della collina materana. Il lago che si è venuto a formare è lungo circa 10 chilometri e presenta insenature suggestive.
Il territorio del SIC Gravine di Matera” si colloca a sud-est della Città di Matera nella porzione della Murgia denominata di Matera-Laterza (Murgia materana) e si configura come un altopiano interposto tra i territori della Puglia e Basilicata. L’area del SIC è quasi coincidente con il territorio del Parco Regionale delle Chiese Rupestri.
L’area SIC di Grotticelle di Monticchio è situata nella parte nord-occidentale della Basilicata ai confini con la regione Campania. L’area è dislocata lungo una propaggine collinare del sistema montuoso del Vulture ed è ricompresa interamente nel bacino idrografico del fiume Ofanto. Il sito rientra principalmente nel comune di Rionero in Vulture e, per la porzione a sud del vallone Refezzella, nel comune di Atella. La superficie dell’area è di ca. 342 ha, maggiore dell’area della Riserva Statale (di poco superiore ai 200 ha), istituita nel 1971 per la protezione del lepidottero Acanthobrahmea europaea Htg. Questa grande falena notturna, appartenente ad un genere che si riteneva assente in Italia fino alla sua scoperta avvenuta all’inizio degli anni 60, è da considerarsi un relitto miocenico. Il sito è, dunque, un’area di eccezionale importanza dal punto di vista naturalistico proprio per la presenza della Bramea, scoperta dal conte Hartig nel 1963, e per la quale fu istituita, con Decreto del Ministero dell’Agricoltura dell’ 11 settembre 1971, la Riserva Naturale Orientata “Grotticelle”, unico provvedimento legislativo in Italia per la protezione di una farfalla. La propaggine a sud del sito è inoltre ricompresa nella Foresta Regionale di Monticchio e si sovrappone anche, parzialmente, ad una importante ed estesa IBA (Important Bird Area), quella della fiumara di Atella. Da segnalare, infine, il fatto che a pochi chilometri di distanza dal sito di Grotticelle è possibile rinvenire un altro Sito di Importanza Comunitaria, quello di “Monte Vulture”.